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caos nel partito

Forza Italia col botto: Berlusconi destituisce Cattaneo (e a corte torna la Rossi)

Carmelo Caruso

Il Cav. nomina Barelli nuovo capogruppo alla Camera. Al Senato resta Ronzulli, che perde però la guida del partito in Lombardia. Dietro la decisione la spinta di Marta Fascina e dei figli Marina e Piersilvio

Un innocente è stato “giustiziato”, la fedelissima al momento salvata. Sette nuovi coordinatori regionali nominati e l’annuncio di un futuro assetto di Forza Italia. E’ stata la mano di Dio. E’ stata la mano di Silvio Berlusconi. Il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo viene infatti destituito. Al suo posto torna Paolo Barelli. Al Senato resta invece Licia Ronzulli che perde però la guida del partito in Lombardia. Era dunque vero che il sire stava per starnutire. Giovedì, da Arcore, sono partite le telefonate. Era Marta Fascina, la sua dama. In un primo momento l’idea di una raccolta firme per sollevare Cattaneo. Alla Camera, quello stesso giorno, Cattaneo aveva il viso del condannato senza ragione: “Ma cosa avrei fatto? La mia colpa? Quale?”. La sua colpa è di essere vicino a Licia Ronzulli che ora non è più vicina a Marta, la donna che tiene la mano di Dio. Le spinte dei figli Marina e Piersilvio per tutelare le aziende e una piccola vicenda da strapaese hanno fatto il resto. Fascina è cara amica di Alessandro Sorte e di Stefano Benigni. Sono due deputati lombardi che nella loro vita hanno avuto degli sbandamenti di fede. 9 agosto del 2019 (articolo di Bergamo News) “L’on. Stefano Benigni: ‘Oggi esco da Forza Italia e abbraccio Toti”. Poi la redenzione. Tornano in Forza Italia e vengono eletti.

Alle ultime regionali lombarde hanno un cavallo di razza che però è un ciuchino. Si chiama Jonathan Lobati, 29 anni. Fascina chiedeva la nomina di Lobati come assessore regionale in Lombardia. Ronzulli dice che non è possibile perché gli salta il partito. A Fascina saltano le staffe. Maurizio Gasparri, oggi, a ora di pranzo: “Piccoli movimenti. Il mio consiglio è state bassi, stati umili. Vediamo cosa accade”. Alle 20 di sera il comunicato di partito. Teste tagliate.

A Cattaneo viene dato il ruolo di vicecoordinatore nazionale. Sorte diventa il nuovo coordinatore della Lombardia. Singolare la svolta di Fascina. Era filorussa ma oggi è filoucraina. Ma filoucraina era anche Ronzulli che infatti tratteneva il Cav, quando straparlava di Putin. Nelle ultime settimane la novità: il cielo si fa liberale e meloniano. Tajani, il “Mahatma Tajani” da povero Tonio torna il “caro Tonio”. Mediaset va tutelata. Si convocano i riservisti. Gianni Letta è il primo. E non solo. Torna a corte anche Maria Rosaria Rossi, ex senatrice, una delle donne più ascoltate da Berlusconi. Ricordate? Ma quella era un’altra epoca. Ma con Berlusconi anche le epoche sono una sola epoca: l’epoca del suo capriccio. Ronzulli, la sua Cordelia, deve essere sacrificata. Paga l’ostilità iniziale contro Meloni. Ma anche Meloni le era ostile tanto da non volerla ministra. Il povero Barelli che passava per caso ne fece le spese. Essendo amico di Tajani venne estromesso dal governo. Ronzulli non divenne ministro, ma Barelli neppure. Era in predicato di fare il viceministro degli Interni. L’area Tajani emarginata come gli indiani d’America. “Delirio di prepotenza” dicevano i tajanei Tajani era evaporato: “Mi occupo d’Europa”. Ma alla fine ha vinto lui. Ha saputo attendere. Vittorio Sgarbi al Cav.: “Puoi scegliere se essere salviniano o ronzulliano, o meloniano. Io ti consiglio di stare con Sgarbi”. E lui? Berlusconi? Gianni Letta gli consigliava di attendere: “Non fare cambi ora”. E il Cav. “Hai ragione”. Ha fatto ancora di testa sua. Dipende da come si vede. Per una parte di Forza Italia: “Da oggi siamo un appartamento di FdI. Il loro sofa”. Per l’altra, la parte, ostraccizzata: “Si torna all’origine alla Forza Italia liberale e governista”. L’unico che si diverte è il regista. Vendette, amori, gelosie. Paolo Sorrentino rispetto a Berlusconi è un brocco. 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio