La strettoia sul Fondo salva stati s'avvicina, è questione di giorni. E poi balneari, migranti, Macron. A desra dicono che "il capo dello stato è mal consigliato", sbuffano perché sarebbe "il vero leader del centrosinistra". Ma la realtà è un'altra: tra la premier e il Quirinale c'è l'Unione europea
Il timore paventato, per ora, è più che altro un eccesso di cautela. Che davvero il Quirinale possa intervenire per stigmatizzare i tentennamenti esasperati del governo sul Mes, come pure qualche ministro teme, non sembra affatto scontato. Certo, Sergio Mattarella sulle faccende di rilevanza europea esercita un sovrappiù di scrupolo; certo, non gli sfugge l’inopportunità di esercitare veti strumentali ponendosi, l’Italia sola, in contrasto con gli altri 19 stati membri. Ma la scelta dei tempi e delle procedure da seguire, quella resta una prerogativa dell’esecutivo e del Parlamento: e su quella, il capo dello stato non interferirà, anche a costo di sopportare qualche contorcimento di troppo. Semmai è proprio quello, il problema per Giorgia Meloni. Che a breve, anche sul Mes, le ambiguità dovranno cadere. Questione di giorni.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE