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l'intervista

Zucconi (FdI): "Basta prendersela coi balneari. Ora troviamo una soluzione con l'Ue"

Luca Roberto

"L'Europa ha ragione a reclamare l'applicazione della Bolkestein, per questo siamo noi a dover fare delle proposte. La gente deve capire che mettere a gara tutte le concessioni distruggerebbe il comparto e farebbe aumentare i prezzi". Parla il deputato meloniano

Riccardo Zucconi concorre senza alcun dubbio al titolo di più balnearista della maggioranza. Tanto che al Foglio confessa di essersi risentito per una vignetta di Makkox su questo tema a lui molto caro : "E' un vignettista bravissimo, sia chiaro. Lo seguo, mi piace. Ma sulle concessioni credo sia stato vittima di un circolo mediatico che tende a essere tutto schiacciato contro i balneari". Deputato di Fratelli d'Italia al secondo mandato in Parlamento, 67 anni, provenienza Versilia, Zucconi ci tiene a precisare che non ha mai detenuto una concessione in vita sua, seppur con la famiglia sia un'imprenditore del settore alberghiero. Perché ci sbagliamo a sostenere che il comparto balneare è un ultimo residuo di monopolio, sempre più impossibile da assoggettare alle regole del libero mercato? "Perché sulle concessioni balneari, così come sulle concessioni idroelettriche, ci siamo fatti del male da soli. Come Italia siamo stati autolesionisti", racconta il parlamentare toscano. "Nessuna delle due materie era inserita nel Pnrr, siamo stati noi a farla rientrare nel ddl concorrenza all'epoca del governo Draghi". E perché mai sarebbe da considerarsi un errore? "Perché quelle regole nel settore idroelettrico hanno permesso per esempio alle aziende tedesche di acquisire concessioni da noi, ma non viceversa. Siamo l'unico paese che ha messo le concessioni all'asta". E questo cosa c'entra con i balneari? "Beh in quel caso è addirittura peggio perché oltre alla mancata reciprocità c'è pure un problema di equipollenza: a meno che non consideriamo le coste danesi alla pari di quelle italiane", ragiona Zucconi.

 

Fatto sta che adesso l'Europa chiede il conto della mancata applicazione della direttiva Bolkestein, un problema che il nostro paese rimanda oramai da 13 anni, e continua a posticipare anche con il nuovo governo, che ha inserito l'ultimo rinvio nel Milleproroghe, poi bocciato da un nuovo pronunciamento del Consiglio di stato. Si deve continuare a far finta di niente? "Assolutamente no. Dico anzi che i funzionari europei hanno assolutamente ragione a dire che non possiamo continuare a rimandare la questione", ragiona Zucconi colloquiando con Il Foglio. "Ma a una soluzione condivisa con l'Europa ci possiamo arrivare facendo delle nostre proposte. Innanzitutto dimostrando, come chiede la stessa direttiva Bolkestein all'articolo 12, che le concessioni balneari in Italia non sono un bene scarso. Per questo bisognerebbe mettere mano a una mappatura che eventualmente ci faccia mettere a gara tutte le nuove concessioni". E per tutte le altre, che si fa? "Una soluzione potrebbe essere quella proposta dal gruppo di Fratelli d'Italia già nel 2018, a mia prima firma. L'hanno sottoscritta Meloni, Lollobrigida, Rampelli, tutti i big", racconta Zucconi. "Siccome bisogna uniformarsi alla Bolkestein possiamo prevedere di mettere a gara tutte le concessioni dalla sua entrata in vigore, nel 2010. Mentre per quelle precedenti, che sono la maggior parte, si possono prevedere delle proroghe secondo una logica di legittimo affidamento". 

 

I pronunciamenti del Consiglio di stato sono stati l'indirizzo cui ha chiesto di uniformarsi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche se secondo Zucconi, "quelle sentenze, per qualsiasi fine giurista sono una bestemmia. Il Consiglio di stato svolge sia una funzione giurisdizionale sia di consulenza al governo, ma non può sostituirsi al legislatore". E però le procedure d'infrazione cui l'Italia soggiace da parte di Bruxelles sconsiglierebbero dal portare avanti bracci di ferro con l'Europa. "E infatti il lavoro lo dobbiamo fare noi. La prima scadenza è il 27 luglio, quando dovranno essere convertiti i decreti attuativi del ddl concorrenza introdotti da Draghi. So che il governo ci sta lavorando, ma ultimamente è stato preso da questioni più urgenti", è la considerazione dell'esponente meloniano.

 

Ma insomma non le rimane l'impressione di difendere un'ultima incrostazione di potere? "Io credo - analizza Zucconi - che i balneari siano stati oggetto di una brutta campagna di stampa. La questione è seria, affrontiamola, ma non con reazioni di pancia. Perché gli italiani devono sapere che se si distrugge un comparto fatto da oltre 30mila famiglie i lettini, gli ombrelloni, costeranno ancora di più. Io sono d'accordo a imporre spiagge pubbliche ogni tot di metri di litorale, ma dobbiamo sapere che questo comporterà un aggravio per i comuni in termini di sicurezza e pulizia". Ha visto che anche Flavio Briatore intervistato dal Corriere ha detto che i concessionari pagano un canone troppo basso allo stato? "Ho massimo rispetto per il Briatore imprenditore, ma non tutti gli stabilimenti sono il Twiga. Se ci sono storture correggiamole, ma ricordo che questo è il primo governo che ha alzato i canoni del 25 per cento in 13 anni. Se tutti erano d'accordo, perché nessuno ci ha pensato prima?".