Cdm strenna

Salvini fa il premier per 90 minuti. Ma sulla Manovra è ancora impasse

Carmelo Caruso

La premier non presiede il Cdm per un'indisposizione e si infastidisce per la frase del leader della Lega: "Vado io, Meloni ha due linee di febbre". Il governo accelera sulla cessione di Ita

Ha fatto il premier per novanta minuti e ha comunicato che è andato “tutto bene”. Non ci credeva neppure lui. Matteo Salvini ha coronato un sogno. Per un’ora e mezza ha presieduto un Cdm. Giorgia Meloni a causa di una indisposizione era assente. Antonio Tajani era impegnato alla Farnesina. Salvini ha chiesto ai suoi collaboratori: “Fate sapere che presiedo io, io; il più possibile”. Il Cdm era previsto per le 11,30. Quindici minuti prima, a un evento sul Mediterraneo, il vicepremier si è autoannunciato: “Devo andare a presiedere il Cdm  perché Meloni ha due linee di febbre”. La premier non aveva la febbre e la frase di Salvini l’ha infastidita. Il governo ha approvato il Milleproroghe e accelera la vendita di Ita. Oggi la manovra tornerà (ancora) in Commissione per correzioni e poi in Aula. Sarà voto di fiducia.


Voleva dirlo agli amici d’infanzia, battere i piedi: “Io, io”. Quando lo staff di Meloni ha letto la frase di Salvini: “Due linee di febbre, vado a presiedere in Cdm”, ha smentito: “La premier non ha la febbre”. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, uno che sarebbe autorizzato a parlare di Meloni, e non solo perché è la leader del suo partito, ma anche famiglia, usciva  dichiarando “che non si chiede il motivo di un’indisposizione”. Erano circa le 10 di mattina quando nelle redazioni si è sparsa la notizia. I giornalisti hanno cominciato a chiedersi dove fosse Tajani (riceveva la presidente del Parlamento europeo). Perché non lui? Solo per raccontare quanto il potere può essere crudele, e come ogni parola di governo vada misurata, ieri, a Piazza Colonna, di fronte a Palazzo Chigi, c’era chi numerava le indisposizioni della Meloni: “Alicante e oggi il Cdm. Sono già due”.

 

Sono “due” come “le due linee di febbre” di cui parlava Salvini. E’ certo che Salvini lo abbia detto con leggerezza ma non si dice forse al collega, “uh, ma sei rimasto a casa per due linee di febbre…”? Lollobrigida, a chi gli domandava ancora come Salvini avesse presieduto il Cdm, replicava sottile: “Con estrema autorevolezza”. Nel suo tono c’erano più sfumature del cielo di luglio. Gli uomini hanno molto da imparare. Si permettono di dire, senza pensarci, e in questo caso di una donna, “solo due linee di febbre”, loro che  già a una linea urlano: “Aiuto, muoio!”. Meloni ha mandato un messaggio di auguri ai suoi ministri e il messaggio è stato letto prima della consegna di un piccolo dono, una penna  a ciascun ministro. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, si confermava essere ancora il Corrado de “La Casa in Collina”, il romanzo di Pavese, l’eroe che preferisce l’obiezione di coscienza. Si capisce perché ama la Svizzera: crede solo nell’orologio a cucù. Ai suoi colleghi diceva infatti, prima di iniziare: “Vi chiedo scusa se non ho potuto accogliere tutte le vostre richieste”. Gilberto Pichetto  scappava in Commissione Ambiente: “Scignori, mi attendono”.

 

Il decreto Milleproroghe veniva approvato in Cdm (21 articoli) “velocemente”. Due giorni fa, per fare tutto “velocemente”, in Commissione Bilancio, il governo ha lasciato approvare un emendamento alla manovra da mezzo miliardo senza copertura. Velocemente tornerà, oggi, in Commissione per essere corretto. Non ci sono i soldi. Un funzionario di governo sintetizzava: “Il successo? Quello dei medici. Ricetta digitale prorogata”. Con lo stesso principio di economia spiegava pure il Dpcm su Ita, l’atto decisivo della giornata, che velocizza la cessione: “Lufthansa si vuole comprare Ita, ma non vuole che lo stato rimanga in Ita. Lo stato esce a gradi dall’azienda e l’accordo si fa. Sia chiaro, nel Dpcm non si dice che Ita la compra Lufthansa, ma si capisce che il Dpcm avvicina Lufthansa”. Come dare torto a Salvini? Alla fine di questo Cdm, non indifferente, garantiva: “E’ andato tutto bene”. Capita pure ai diciottenni dopo la loro prima guida in automobile: “Tranquilla, mamma. Il paraurti è tutto intero”.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio