Verso le Regionali

Esplosione Letizia. Moratti si dimette da vice Fontana e mette all'angolo il governo. La carta Garavaglia

Carmelo Caruso

Lascia la vicepresidenza della regione Lombardia e accusa il nuovo governo sui provvedimenti anticovid. Il Pd guarda. Forza Italia potrebbe adesso chiedere la guida di una regione. Il futuro di Fedriga

Ha fatto da sola quello che non sono riusciti a fare in tre. Cacciarla. I tre sono Salvini, Meloni, Berlusconi. Letizia Moratti si è dimessa da vicepresidente della regione Lombardia e assessore alla Sanità. Al suo posto va Guido Bertolaso. Questo è il commento di Lega, FdI, Forza Italia subito dopo la notizia: “Stiamo facendo la  figura dei pirla”. La Lega ce l’ha con FdI: “Ci hanno impedito di rimuoverla”. FdI ce l’ha con la Lega: “Non siamo noi ad aver promesso alla Moratti la presidenza”. Si realizza il peggiore degli scenari possibili. In milanese si dice pastrügn. Moratti candidata con il Terzo Polo, ma il Pd non esclude di convergere (Beppe Sala è il ponte). Lega e FdI costretti a  difendere Attilio Fontana (ma valutano l’ipotesi Massimo Garavaglia). Silvio Berlusconi, per appoggiare il candidato lombardo di Lega e FdI, sta pensando di chiedere la guida di una regione come il Friuli-Venezia Giulia. Massimiliano Fedriga potrebbe a quel punto entrare al governo. L’Lsd, a confronto, procura meno visioni. Sembra di stare al Pentagono del Dottor Stranamore, quello di Kubrick. Il Pirellone è in orbita  come la bomba.


Quando Attilio Fontana, persona perbene e mite, spiegava al suo segretario: “Caro Matteo, guarda che Letizia  si candida, si candida contro di noi”, Salvini lo rassicurava: “Ma scherzi? Troviamo una soluzione”. Il 30 settembre, dopo un’intervista della Moratti, chiarissima, “mi candido”, Fontana era pronto a toglierle le deleghe. E’ stato bloccato. Bisogna dirla tutta. Era stata Giorgia Meloni a suggerire a Salvini: “Abbiamo tanti problemi da risolvere, della Lombardia ce ne occuperemo dopo”. Alla Moratti hanno proposto un ministero. Ma con poca convinzione. Ha rifiutato. Poi Salvini e i suoi: “E se le affidassimo la guida dell’evento Milano-Cortina”? Lo hanno fatto sapere ai giornali prima di alzare il telefono e chiederlo alla Moratti. Il capolavoro? “Cara Letizia, ti va bene una partecipata di stato”. Si dice che fosse Cdp. Una partecipata alla Moratti? Spiega un leghista: “Ma la Moratti la partecipata se la compra con il suo patrimonio!”.

 

La ragione per cui questa donna, che è stata sindaco di Milano, ministro dell’Istruzione, presidente della Rai, presidente di un colosso bancario, candidata al Quirinale, persevera sulla candidatura è semplice. La spiega un suo caro amico: “Si sente presa in giro”. Salvini, in un momento difficile per Fontana, non ha creduto in Fontana. Quando Moratti è stata chiamata al posto dell’assessore alla Sanità, Giulio Gallera, garantiscono che le fosse stata promessa la presidenza della Lombardia. Da almeno tre mesi, dopo aver compreso che la Lega avrebbe puntato su Fontana, Moratti organizzava il suo comitato elettorale. Ha già scelto uomini, depositato il simbolo della sua associazione-lista. Si chiama Lombardia migliore. La sorpresa è il referente. E’ Luca Ferrazzi ed è un uomo che conosce benissimo la destra lombarda. E’ un ex aennino, ex consigliere regionale. Ma con la Moratti è già confluita anche una vecchia Lega. Il responsabile di Lombardia Migliore a Monza (e Brianza) è Luca Talice, ex assessore provinciale del Carroccio. Un altro è Marco Tizzoni, un leghista che partecipò, ricordano i leghisti, alla fronda che portò alle dimissioni del sindaco di Seregno, “Seregnopoli”.

 

In regione un fedelissimo della Moratti si è rivelato il presidente della Commissione Sanità, il leghista Emanuele Monti. Se c’è una figura che i leghisti lombardi non tollerano quella  è Moratti: “E’ Letiziaroo, il delivery che consegna le amministrazioni di centrodestra al centrosinistra”. Ma è anche vero che la Lega ha in pratica regalato alla Moratti tre mesi di campagna elettorale. Il centrosinistra adesso non può più escludere di appoggiarla. I nomi del Pd sono quelli di Carlo Cottarelli e Ferruccio Resta ma come dicono i lombardi del Pd: “Dipenderà molto da cosa farà il Terzo Polo. Del resto Moratti è stata abile. Nella nota delle sue dimissioni punta il dito contro i provvedimenti contraddittori assunti dal governo in materia di pandemia”. Non si è solo candidata alle regionali ma pure a guida del governo ombra.

 

Chi ci va di mezzo è Fontana uno che sulla pandemia si è battuto sempre dalla parte della scienza. Perfino i leghisti lo prendevano in giro: “Ti metti la mascherina, ma non capisci che ci fai perdere voti?”. Aveva ragione lui. Eccome se l’aveva. La nomina di Bertolaso serve a impedire alla Moratti di intestarsi l’uscita dalla pandemia. Ma le parole della Moratti sui provvedimenti di governo hanno un altro significato. Servono a fare leva su Forza Italia da giorni critica sul reintegro dei medici no vax. Oltre al rapporto antico tra Moratti e Berlusconi in regione c’è un consigliere che opera come collegamento tra Forza Italia e Moratti. E’ Gianluca Comazzi. E’ improbabile che il Cav. sostenga Moratti (si è complimentato per la scelta di Bertolaso) ma è confermato da FI che “è arrivato il momento per il premier Meloni di capire che c’è una vita oltre il governo e che ovviamente la Lombardia farà parte della pariglia tra alleati”.

 

Al prossimo tavolo, quello dove si deciderà la rosa dei candidati delle regionali, Forza Italia potrebbe infatti chiedere la guida della regione Friuli-Venezia Giulia per Riccardo Riccardi, vicepresidente attuale (era il candidato prima che la coalizione scegliesse Fedriga) e proporre l’entrata al governo di Fedriga in un ministero in quota Lega. E’ la prova di cosa accade quando si rimandano i problemi: Fontana logorato, la Lombardia usata come merce di scambio, la sinistra che ci spera. Lo hanno detto loro: “Rischiamo la figura dei pirla”.


 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio