Foto Ansa

grand hotel viminale

Il ministro Piantedosi vuole Frattasi prefetto di Roma e Sempreviva al Gabinetto

Simone Canettieri

Al Viminale i porti sono chiusi, ma le porte sono girevoli. Si tratta sulle nomine imminenti mentre si studiano i due dossier più caldi: l'immigrazione e la gestione dell'ordine pubblico 

Al Viminale i porti sono chiusi, ma le porte sono girevoli. L’arrivo di Matteo Piantedosi a capo del ministero dell’Interno si porta dietro un valzer di nomine imminenti. La prima è quella di Bruno Frattasi che da capo di gabinetto di Luciana Lamorgese dovrebbe essere nominato al prossimo consiglio dei ministri prefetto di Roma, il ruolo cioè ricoperto da Piantedosi fino alla settimana scorsa. Da qui discende un imminente cambio al ministero: Maria Teresa Sempreviva da direttore dell’ufficio Affari legislativi e relazioni parlamentari è pronta ad assumere il ruolo di capo di gabinetto.

Una donna, dunque, può diventare di fatto il numero due della tecnostruttura del ministero in un ufficio che “porta bene”. Piantedosi, come si sa, tra le  cose che ha fatto nella sua carriera  è stato anche capo di gabinetto di Matteo Salvini ai tempi del Viminale. L’esordio del neo ministro è stato con il botto, subito alle prese con le emergenze tra nuovi ong e gli scontri alla Sapienza. La parte più complicata, al netto delle emergenze quotidiane e le tensioni di un possibile inverno caldo dal punto di vista sociale, sarà legata all’immigrazione. Giorgia Meloni nel discorso programmatico ha parlato di “recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione europea che nella terza fase prevista, e mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal nord Africa”. 


Piantedosi ancora non ha messo la testa su questo dossier. Ci vorranno settimane. Ma sta studiando piccoli correttivi. Non si parla al momento di decreti sicurezza. Al contrario, queste sono ore di sottogoverno anche per l’Interno. Nicola Molteni, in quota Lega, è pronto a ritornare con i galloni di sottosegretario: conosce bene Piantedosi e si stimano reciprocamente. Per Forza Italia, invece, si fa largo l’ipotesi che Paolo Barelli, ex capogruppo alla Camera, possa diventare viceministro. In parallelo partirà il risiko delle nomine interne che passano dalla Capitale con l’arrivo di un nuovo prefetto.
 

Di più su questi argomenti:
  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.