Il vento di destra della Meloni a Bari, con cambio di rotta sul Reddito di cittadinanza

Gabriele De Campis

Bagno di folla per la leader di FdI nella città di Emiliano. Le risposte al veleno allo sceicco-governatore dem. E nella partita sulla povertà a Sud, declina in maniera differente il no alla misura bandiera del M5s: “Non serve per chi può lavorare, ma i fragili hanno uno strumento di assistenza dignitosa”

“Questo è vento di destra”. Giorgia Meloni è salita sul palco di Piazza San Ferdinando a Bari, con i capelli scompigliati da un forte maestrale davanti a migliaia di cittadini accorsi da tutta la Puglia. Galvanizzata da una cornice elettrica, ha tenuto un comizio nel quale ha puntualizzato la distanza dalla Lega ribadendo il no allo scostamento di bilancio, senza dimenticare di rendere la pariglia a Michele Emiliano, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. In questa terra, del resto, il centrodestra deve fronteggiare una forte risalita del M5S, anche grazie ai toni populisti adottati nel tour pugliese dall’ex premier Giuseppe Conte.

Il duello con lo sceicco-governatore nasceva dalle parole con cui era stata accolta nella regione: “Le destre non passeranno, sputeranno sangue”. Al lessico estremo di Big Mike, la Meloni ha replicato rivelando un retroscena: “Emiliano mi ha chiamato difendendo quello che aveva detto. Allora gli ho risposto che non avevamo nulla da dirci. Continuo a considerare le sue parole vergognose”. Poi ha aggiunto con una ironia pungente, caratteristica saliente di questa sua fase della campagna elettorale: “Ho commentato le parole indegne, violente, lo 'sputare sangue’ del governatore. Immaginate cosa sarebbe accaduto se quelle parole le avessi pronunciate io. Sarebbero arrivati i caschi blu dell'Onu a prenderci”.

Poi la Meloni, interpretando con decisione la strada della premiership, ha reinterpretato la tradizione nazionale di presentare le linee economiche proprio a Bari (una volta si usava farlo alla Fiera del Levante, con il discorso del presidente del Consiglio, ma ora la campionaria è ai titoli di coda…). “Non siamo messi bene come nazione, per conti pubblici e situazione che ereditiamo. Non è la condizione migliore, ma non possiamo permetterci una classe politica improvvisata, che butta soldi con i banchi a rotelle”:  questo passaggio nelle prime battute evidenzia il realismo sulla condizione generale del Paese, unito subito dopo al passaggio sullo scostamento di bilancio. “Dico no - ha chiarito - a indebitare mia figlia per aumentare i profitti di chi specula sul gas nella borsa di Amsterdam”.

Prudente il passaggio sul reddito di cittadinanza, volano della risalita grillina nel Meridione, declinato con una citazione dell’economista indiano Amartya Sen: “Dico come la penso. Non seguirò la propaganda. Nessuno sarà lasciato indietro. Noi siamo sempre al fianco degli ultimi, siamo quelli che lottano per le periferie e per le case popolari. Ma vanno fatte cose giuste e per bene”. Il passaggio più delicato: “Per chi non è in condizione di lavorare, certo che ci vuole uno strumento di assistenza dignitosa”. E il passaggio successivo: “Il punto è che lo strumento del reddito si può usare per chi vuole lavorare?”. E qui ha illustrato la visione sulle politiche attive che usa il fondo sociale europeo e gli incentivi per le assunzioni al Sud.

Sul tema della classe dirigente della destra ha proposto un siparietto apprezzato dalla piazza tricolore: “Noi l’abbiamo: ma non proponiamo però Toninelli, la Azzolina. Di Maio non ce l’ho…”.

Il gran finale? Dalle prime file spunta lo striscione “Speriamo che sia femmina”, trovata dai ragazzi salentini che sostengono il candidato all’uninominale Erio Congedo. La replica della leader dal palco alla trovata monicelliana come in bocca al lupo per Palazzo Chigi si è materializzata in un sorriso e nella esclamazione “bellissimo”. Al microfono. I titoli di coda sono il selfie con i tricolori e il saluto in diretta a Michele Emiliano: “La vedi la piazza della Stalingrado d’Italia?”, sulle note di Rino Gaetano…

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