L'intervista

"La Lega rovinata dai lacché e dai pappagalli di Salvini". Parla l'ex vice di Zaia

Carmelo Caruso

"Serve un’analisi. In economia si chiama bilancio, in politica si chiama congresso. Salvini deve fare un passo di lato". Intervista a Gianluca Forcolin, leghista e presidente del Casinò di Venezia

Veneto, Veneto, Veneto. Ma perché tutto questo Veneto? Perché la Lega o si spegne qui o riparte da qui. Dice Gianluca Forcolin, ex vice di Luca Zaia, oggi presidente del Casinò di Venezia, che a “causa di Matteo Salvini, la Lega non è più il sindacato della piccola e media impresa. Giorgia Meloni si è presa il nostro patrimonio. FdI sta svuotando la nostra cassaforte”. Cosa bisogna fare? “Cambiare l’allenatore. Occorre liberarsi dei pappagalli e dei lecchini. Si può  usare questo termine?”. Lo usava anche lo scrittore Robert Musil, dunque perché no? Chi sono oggi i lecchini della Lega? “Quelli che  applaudono Salvini  in pubblico, ma che dietro, nelle chat, quelle che lui non legge, scrivono che è tutta colpa sua. Serve un’analisi. In economia si chiama bilancio, in politica si chiama congresso. Salvini deve fare un passo di lato”. FdI sta per “occupare” il Veneto,  la  “villa palladiana” della Lega.
 
In Veneto, FdI, nei sondaggi,  ha già doppiato la Lega. E’ al 30,5 per cento (+23,7 per cento rispetto alle europee) mentre la Lega  al 14,4. Forcolin, lei quando ha preso la prima tessera del Carroccio? “29 anni fa. Sono stato deputato. Vice di Zaia e suo assessore al Bilancio. Resto un leghista”. Nel 2020 si è dimesso? Vuole dire perché? “Per una caccia alle streghe. Mi hanno definito un furbetto del bonus Covid”. Lo ha preso? “Assolutamente no. Mi sono dimesso perché era l’epoca del ‘dagli al deputato’. In accordo con Salvini mi sono fatto da parte”. Cosa le aveva promesso? “Aveva promesso ‘caro Gianluca, ti recupereremo. Appena vengo a Venezia ne parliamo”. Lo ha sentito? “Mai più”. Altri cosiddetti “furbetti” sono stati ricandidati oggi da Salvini. Perché loro sì e lei no? “Ero il vice di Zaia. Non mi permetto di dire che il motivo sia questo ma tanti pensano che lo sia”.

 

A proposito di “furbetti”, una parentesi. Tutti i leghisti ricandidati hanno donato al partito. E’ una regola d’acciaio. Non lo hanno fatto in due. Il primo è Enrico Montani, ricandidato in Piemonte, l’altro è sicuramente più famoso. E’ Armando Siri, l’inventore della flat tax. Nel suo caso usufruisce della “no tax Lega”. Sapete perché non dona? Perché si serve di una specie di codice già applicato a un uomo perbene, un leghista antico come Giuseppe Basini che era entrato nella Lega portando la dote del partito liberale. Siri usa questa scappatoia. E’ il segretario del Pin (Partito Italia Nuova) e per questa ragione non dona.

 

E ora torniamo a Forcolin… Guido Crosetto, cofondatore di FdI, due giorni fa si è presentato agli imprenditori di Vicenza e parlato di semipresidenzialismo. Forcolin, cosa rimane dell’autonomia? “La risposta di Salvini è lo ‘faremo anche’. Durante il governo gialloverde, aveva spiegato che il Rdc ero lo scambio per quota 100. Oggi dovrebbe proporre lo scambio alla Meloni: sepresidenzialismo = autonomia differenziata”.

 

La Lega quanto sta pagando la decisione di aver staccato la spina al governo? “Tantissimo. Una scelta scellerata”. In Veneto si dice che serve un Gorbaciov e si sono già formate due cordate: corsari (fanno riferimento a Riccardo Molinari) e “duchi” (che guardano a Fedriga).

 

Nessun leghista in pubblico critica Salvini, perché? “Perché ha coltivato ‘l’esercito del selfie’. Non ti è amico chi ti dice sempre ‘bravo’ anche quando sbagli, quello si chiama fan. Nessuno dimenticherà che Salvini ha portato il partito al 30 per cento. Nessuno. Ma quando tutto finisce sono gli amici veri che ti possono aiutare a rialzarti, non i fan”. Lei è stato cercato da FdI? “Lo sono stato,  ma ho rifiutato. La mia casa è la Lega. Resterà”. La Lega da chi riparte? “Zaia è il miglior premier possibile. Fedriga il migliore segretario possibile”. In Veneto che criterio è stato utilizzato per le candidature? “Due esempi. Il frontman veneto è Andrea Ostellari, uno che ha perso le comunali due volte. Era il volto della Lega sul referendum giustizia. Invitava sul palco Carlo Nordio e oggi Nordio è candidato con FdI: o sei un genio incompreso o hai sbagliato qualcosa”. Altro esempio? “A Venezia è candidata Giorgia Andreuzza, responsabile Lega di Caorle, Jesolo, Bibione. Tutte e tre perse. Io la direi alla Zaia”. E cosa dice? “Ragioniamoci sopra...”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio