Il caso

Il risveglio del centrodestra: Meloni "pronta" per il governo, incubi russi per Salvini

Redazione

Dopo l'intesa sulla premiership e i collegi i destini dei leader di Fratelli d'Italia e Lega si ridividono subito

Il risveglio di Giorgia Meloni e Matteo Salvini è assai diverso. Il giorno dopo l’accordo sulla premiership e sulla spartizione dei collegi uninominali (98 seggi a FdI, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia, compreso l'Udc, e 11 a Noi con l'Italia più Coraggio Italia) i due leader del centrodestra vivono mattinate agli antipodi. La capa di Fratelli d’Italia riunisce la direzione del partito: “Siamo pronti”, è il messaggio che diventa subito una card per i social network. Sottinteso: pronti a governare l’Italia. Salvini invece è di nuovo alle prese con le ombre russe e costringe tutto il partito, ministri compresi,  a uscire pubblicamente per difenderlo: “Tutte falsità”. Nella cucina del centrodestra, intanto, è partita la ripartizione dei collegi


Nei prossimi giorni gli alleati dovranno distribuirsi gli uninominali, partendo da un dato: quelli sicuri per il centrodestra, con varie gradazioni, sono almeno i due terzi del totale. E dunque è probabile che la Lega ottenga qualche seggio di più al nord, Forza Italia al sud, mentre Fratelli d’Italia si spalmerà in maniera omogenea. Meloni dalla settimana prossima si metterà alla caccia di personalità della società civile da candidare. Intanto ieri ha caricato le truppe durante la direzione nazionale del partito. Contraddistinta da pochi concetti, ma chiari: basta polemiche con gli alleati, chiarezza sull’Ucraina, siamo affidabili.

La leader di FdI ha fatto anche un passaggio “sugli scemi che fanno folclore”. Ce l’aveva con chi nel suo partito ancora maneggia con l’armamentario nostalgico. “A Letto dico: non mi fa paura il confronto”, ha poi spiegato la leader ai suoi dirigenti. Intestandosi dunque la sfida della campagna elettorale contro il front runner del Pd. Il clima nella coalizione, almeno a parole, sembra moderatemente disteso. “Carta canta”, dicono da FdI a proposito del documento, pubblicato dal Foglio, con le firme dei leader sotto la spartizione dei collegi. Dentro Fratelli d’Italia le attenzioni, che poi diventano preoccupazioni, sono tutte rivolte verso Matteo Salvini. Il leader della Lega, inseguito dalle ombre russe, rischia “di diventare una zavorra rispetto alle nostre ambizioni”, parlottano fra loro i deputati meloniani. L’ultima puntata delle ingerenze putianiane sulla politica italiana con affaccio sul Carroccio è il vero argomento che tiene banco a margine della direzione: “Matteo, ormai le sbaglia tutte”. E quando esce addirittura il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida per pretendere chiarezza sui rapporti internazionali, la temperatura fra i due partiti si alza di nuovo. Al punto che serve una telefonata fra  Salvini e Meloni. “Noi siamo affidabili nei tavoli internazionali”, dice la presidente di Fratelli d’Italia in direzione. E sembra una sottolineatura scontata, ma graffiante proprio perché nel frattempo il socio di minoranza della coalizione è bersagliato da accuse, richieste di chiarimenti e molti imbarazzi. Al momento sembra anche molto diversa la campagna elettorale dei due. Salvini è un moto perpetuo: domenica sarà a Cervia alla festa della Lega, poi la settimana prossima volerà a Lampedusa, dove mai si è presentato però da ministro dell’Interno. E’ sicuro di risalire nei sondaggi e ai parlamentari assicura: “Arriveremo al 20 per cento”. Meloni, al contrario, al momento ha un’agenda abbastanza leggera. Convinta che la campagna elettorale entrerà nel vivo le prime tre settimane di settembre.  Anche se prima il centrodestra dovrà decidere cosa fare in Sicilia. La linea di  FdI non cambia: Nello Musumeci va ricandidato.   

Di più su questi argomenti: