Verso le elezioni

"Ora un centro riformista per dare continuità all'agenda Draghi", dice il ministro renziano Elena Bonetti

Marianna Rizzini

Intervista al ministro per le Pari opportunità e la Famiglia: "Draghi ha indicato un metodo, un’agenda e degli obiettivi, il fine ultimo di un paese più moderno e capace che mette in campo tutte le buone energie senza lasciare indietro nessuno"

Il day after è amaro. “Quello che è accaduto è gravissimo”, dice il ministro renziano per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: “E’ stato interrotto un percorso di riforma che stava restituendo all’Italia una prospettiva e una leadership a livello europeo, tanto più nell’urgenza dell’invasione russa in Ucraina”. E’ crollato tutto. Si va al voto — e si pone il tema della costruzione di un centro politico. “Chi si riconosce nell’azione di Draghi cerca ora una casa comune, e da Italia Viva a questa ricerca vogliamo contribuire a dare risposta”, dice Bonetti.

 

Nel discorso di ieri mattina in Senato, prima che tutto implodesse, Draghi lo ha chiamato “miracolo civile”, quello degli italiani che lo hanno sostenuto, compatti al di là delle differenze. Il ministro Bonetti guarda a ciò che ora rischia di andare perduto: “La possibilità di ridiscutere il Patto di stabilità in Europa, oltre ad alcuni importanti progetti già inseriti nella cornice del Pnrr. E questa interruzione di un percorso costruttivo avviene a opera di Cinque Stelle, Lega e Forza Italia, partiti che hanno fatto prevalere interessi egoistici. Ma questa azione contro il paese, questo voler spazzare via un’agenda riformista avviata, si ritorcerà contro di loro. Evidentemente non aspettavano altro che l’occasione per compiere questo scempio, ma per gli elettori sarà ancora più facile scegliere da che parte stare”.

 

Bonetti guarda indietro, alle cose fatte da ministro, “come il Family Act”, dice, indicando quell’assegno unico universale “che è elemento innovativo di welfare di cui andiamo fieri”. Ma guarda anche alle cose che si potevano fare: “Viene ora a mancare l’appoggio a un’azione di governo che, grazie ai decreti attuativi e ai fondi europei, avrebbe potuto dare sostegno al lavoro femminile, rendere più agevole per le donne il rientro dopo la maternità, potenziare gli asili nido, implementare i congedi parentali, favorire le imprese nell’aiuto alla genitorialità. Perdiamo soluzioni già in agenda a problemi concreti”. In questo scenario si apre la campagna elettorale, e i movimenti al centro del quadro politico si impongono sulla scena.

 

“Intanto, il centro deve darsi un’identità proprio in continuità con l’esperienza del governo Draghi”, dice Bonetti, “e questa strada va tracciata adesso, subito, con chiarezza. Draghi ha indicato un metodo, un’agenda e degli obiettivi, il fine ultimo di un paese più moderno e capace che mette in campo tutte le buone energie senza lasciare indietro nessuno, con grandi investimenti collettivi e nel quadro dell’Alleanza Atlantica”. Il perimetro, nelle parole del ministro, è quello “di una prospettiva riformista nel solco dell’esperienza centrista, sia liberale sia cattolica democratica. E’ l’area che abbiamo visto in nuce durante la mobilitazione dei giorni scorsi in sostegno di Draghi: lavoratori, imprenditori, terzo settore, parti datoriali e sociali. Persone che sono scese in piazza, in un movimento spontaneo che andava dal Nord al Sud.

 

Italia Viva ha raccolto migliaia di firme con una petizione a sostegno di Mario Draghi, firme di persone che vogliono una politica capace di lavorare per il bene comune e che non ha bisogno di dividere per andare avanti”. Di fronte a quello che è successo, e alle sue conseguenze, dice Bonetti, “bisogna contrapporre forze che facciano da sponda al mare in tempesta, e una guida che sappia condurre bene la barca. Draghi aveva saputo farlo, indirizzando il bisogno di rilancio del paese; voglio sperare che si riesca a procedere in continuità, creando un’alleanza di forze moderate, comprese quelle che nel centrodestra ora non hanno più rappresentanza, visto l’atteggiamento tenuto da Forza Italia”.

 

A sinistra c’è il Pd, finora alleato con i Cinque Stelle, anche se ieri il segretario dem Enrico Letta ha detto che la “discussione sulle future coalizioni è diversa rispetto a ieri”. Il percorso per la creazione di un centro coeso deve guardare anche alle sue mosse. “Il Pd ha dato purtroppo agibilità e dignità politica al M5s di Giuseppe Conte”, dice Bonetti, “oggi deve decidere da che parte stare sapendo che noi, da parte nostra, siamo impegnati a dare piena coerenza a un percorso di costruzione del centro in continuità con il lavoro di Draghi. E credo che ieri, in modo plastico, sia risultato evidente a tutti che era meglio non allearsi con Conte. Nessuno può dire che non glielo avevamo detto: speriamo che il monito valga per il futuro”. 

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.