Viale Mazzini

Marasma Rai: autori smarriti e vicedirettori congelati. Il programma della D'Amico slitta di un mese

Carmelo Caruso

I nuovi direttori Rai (Di Bella e Sala) vogliono strapparsi i vicedirettori più vicini e scatenano il caos. Le novità di Damilano e Zanchini rischiano di fallire. A pagare sono i collaboratori che non conoscono il loro futuro

La Rai è la multinazionale delle strette di mano. “Ma scherza? Il suo contratto è sicuro, dettagli. Lei fa già parte della Rai anche per il prossimo anno. Non sente odore di Zavoli?”. Quando guardate un programma non solo di informazione, quando vedete cronisti inseguire ministri, dovete sapere che quello è il “Quarto stato Rai”. Sono i braccianti della diretta: reporter, operatori, troupe leggere, tutta fanteria che permette a questa malandata televisione di andare in onda e di offrire l’informazione fresca, quella vera che nasce sempre dall’incertezza, purtroppo anche economica. Vengono contrattualizati annualmente (a settembre) e questo è il periodo delle strette di mano che, per loro sfortuna, hanno già dato prima dello scoppio di Star Wars Rai, prima delle sostituzioni da parte dell’ad Carlo Fuortes dei direttori di Approfondimento e del Daytime.

 

Non facendo parte del grande corpo Rai, di questo piccolo stato indipendente dove vige il socialismo reale, i braccianti Rai devono stare in silenzio: “Ma come? Ma lo sai il privilegio che ti attende? Non dire nulla, aspetta”. Ogni trasmissione, come i giornali con i collaboratori, non possono rinunciarci. In Rai, e dirlo fa perfino drizzare i capelli, mancano autori che sappiano scrivere i programmi. Ogni anno vengono contesi tra Mediaset e La7. E’ qualcosa che passa sotto la testa dei mega direttori galattici Rai ma voi direte: vabbé è finita. Non è finita. I direttori sono stati sostituiti e i palinsesti sono rimasti i medesimi. Ieri il Cda li ha perfino approvati. Sono stati confermati anche i talk che l’ad aveva dichiarato “genere esaurito” o che forse qualcuno voleva fargli cambiare.

 

Si potrebbe dire “il peggio è passato” se non fosse che i programmi li fanno i vicedirettori e in questo momento in Rai, di fatto, sono stati “congelati”. Chi pratica le redazioni sa infatti che nessun direttore, neppure un superuomo, riuscirebbe a occuparsi di tutti i settori. Secondo voi, il nuovo direttore dell’Approfondimento Rai, Antonio Di Bella, può conoscere i contenuti di cosa andrà in onda su “Unomattina estate”, “Agora Estate” oggi o domani?

 

Sono i vicedirettori, tanto più in Rai, a occuparsi sul serio del contenuto e ovviamente sono finiti anche loro nel mercato estivo. Simona Sala, che è stata dirottata alla direzione del Daytime, vuole avere i migliori vicedirettori dell’Approfondimento e viceversa Di Bella. In questa rumba Elsa Di Gati, vicedirettrice dell’approfondimento, dovrebbe trasferirsi, insieme a Massimiliano De Santis (altro vice dell’Approfondimento) al Daytime mentre Silvia Vergato e Marco Caputo spostarsi dal Daytime all’Approfondimento. Fa girare la testa. Diciamo in breve. E’ come chiedere nel calcio agli attaccanti di andare a fare i centrali di difesa e a centrali di difesa di fare i centravanti. Un altro vice Rai dell’Approfondimento, quasi un vicedirettore esecutivo, Andrea Sallustio, che si è sempre occupato di notizie, starebbe invece per essere dirottato  al settore Immobiliare.

 

Gli effetti? Oltre al Quarto stato Rai che non sa cosa sarà del suo futuro (che ne sanno se i nuovi vicedirettori manterranno le strette di mano dei predecessori?) le conseguenze si registrano già sui nuovi programmi. Il programma di Ilaria D’Amico, previsto per settembre, è certo che slitti di un mese. Le grandi novità Rai, la striscia di Damilano e il programma di Zanchini, rischiano di restare senza la testa che li aveva curati. E’ Elsa di Gati.

 

Da conduttori come vi sentireste tanto più con tutti gli occhi addosso? Lo dicono in Rai: “Sono terrorizzati, preoccupati di fallire”. Dato che in Rai c’è un guaio a ogni metro, singolare è come si sta cercando di risolvere il caso dei conduttori Rai del Tg1 che hanno rifiutato i turni della rassegna stampa. Per placare Emma D’Aquino si sta valutando se offrirle il programma “Amore Criminale” per cui era già stato chiamato Claudio Amendola. Si rischia che per evitare la causa legale  della D’Aquino si abbia quella di Amendola. Chiunque avesse un’offerta scapperebbe a gambe levate da questo inferno, chi deve iniziare un nuovo programma rischia di giocarsi la carriera futura. Nei terremoti c’è almeno qualche certezza di sopravvivere.

 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio