Il protagonista

La giornata di Salvini scrutatore. Paladino dei palermitani che preferiscono il pallone alle urne

Carmelo Caruso

Si appella a Sergio Mattarella e chiede di allungare il voto dopo il caos Palermo e il forfait degli scrutatori. La vecchia Lega ci avrebbe fatto uno spot. E' pronto per candidarsi al posto di Musumeci

Roma. Ha scambiato Palermo per Mosca. E infatti l’ha chiamato “furto di democrazia”, annunciato che “è pronto a telefonare a Sergio Mattarella”, spiegato che nel mondo “non era mai accaduta qualcosa del genere”. Povero Salvini! Saprà davvero tutto di San Pietroburgo, ma proprio nulla di Palermo e della Sicilia che con la diserzione dei presidenti di seggio, circa 51, ha colorato queste elezioni di scirocco.

 

Quando a Palermo si sono infatti aperti i seggi, il Comune si è accorto che mancavano i presidenti. E' un po’ come aprire il ristorante e avvisare la clientela: manca il cuoco. Il motivo? Stasera la democrazia è superata dal pallone. Sarebbe andata veramente così. Secondo la spiegazione dei funzionari comunali, la diserzione sarebbe causata dal grande evento, la sfida play-off Palermo-Padova.

 

In palio non c’è il comune ma la serie B e dunque: sindaco, tie! Salvini non aveva ancora finito di raccontare il suo passaggio presso “l’agenzia viaggi Capuano-Razov”, il tour operator che gli stava preparando un Aeroflot (volo Roma-Instabul-Mosca) che tornava al suo classico: la ministra Lamorgese. Adesso torna a dare la colpa a lei. La giornata dello scrutatore Matteo che non è quella di Italo Calvino, ma del leader che fa il solito video per annunciare il voto alle “10 presso la scuola Martinetti” si è dunque aperta con il suo momento Pannella: “A Palermo la democrazia è a rischio, è necessario allungare l’orario”. E continuava con “sconvolgente”; “situazione indegna”. Mancava solo il titolo “Palermo non vota, nazione infetta”.

 

In altri tempi, la vecchia Lega si sarebbe abbeverata di questo sconcerto Palermo e anziché chiedere aiuto a Mattarella avrebbe lucidato lo spadone di Alberto da Giussano. Pensate a Bossi: cosa avrebbe detto dei palermitani che disertano? E Zaia, Fedriga? Anche il vecchio Salvini quello che non andava al sud per a reclutare improponibili (Francesca Donato, la mattacchiona no pass candidata sindaca a Palermo, è la ex europarlamentare eletta con la Lega) si sarebbe arreso di fronte a questo sud. Oggi è invece la sua risorsa per farci scordare i pasticci moscoviti, la campagna referendaria così così. E’ più siciliano dei siciliani. Rischia di finire in questo modo: al posto di Nello Musumeci, il centrodestra candiderà Salvini. La Sicilia è la sua acqua santa

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio