Amministrative 2022

A Parma, il centrosinistra accarezza la vittoria che manca dal 1998. Distaccato Vignali

Giovanna Pavesi

Il candidato Guerra in vantaggio rispetto a Vignali. L'ex sindaco Pizzarotti: "Il modello Parma ha funzionato. Abbiamo fatto tante piccole rivoluzioni e speriamo che anche questa sia una grande rivoluzione nazionale”

A Parma, alla chiusura dei seggi, poco dopo le 23, i risultati degli exit poll, i sondaggi effettuati all'uscita delle urne, sono apparsi netti, con una forbice che allontana (di molto) il risultato di Michele Guerra, candidato sindaco del centrosinistra, che si assesta tra il 40 e il 44%, da quello di Pietro Vignali, candidato sindaco del centrodestra, che invece si pone tra il 19 e il 23%, secondo quanto risultato dal Consorzio Opinio Italia per la Rai.

 

Appena sotto i due principali sfidanti, si sono posizionati il centrista Dario Costi, tra il 10 e il 14%, e il candidato di Fratelli d'Italia, Priamo Bocchi, che si pone tra il 6 e l'8%. Anche gli intention poll raccolti da Tecnè per Mediaset confermano, più o meno, gli stessi numeri, con Guerra in vantaggio, che raggiunge una forbice del 39-43%, seguito da Vignali con il 19-23%. “Commentiamo questo primo risultato in maniera molto positiva, perché la forbice è larga, anche se siamo di fronte a un exit poll, che quindi va preso con le pinze – ha commentato Guerra -. Parma attende un risultato storico perché qui il centrosinistra manca dal governo della città dal 1998. Abbiamo fatto una campagna stando sui temi e abbiamo cercato di lavorare su modelli di città molto diversi, il nostro da una parte e quello dell'ex sindaco Vignali dall'altra. La forbice è ampia e noi speriamo che i dati di exit poll vengano riconfermati, ma teniamo la guardia alta come deve essere e aspettiamo domani pomeriggio”.

 

E alla domanda su un eventuale ritorno al bipolarismo in città, vista l'assenza del Movimento 5 Stelle a questa tornata elettorale, il candidato di centrosinistra ha osservato: “Il M5S a Parma, di fatto, già nel 2017 (con la ricandidatura di Federico Pizzarotti, fuoriuscito dal movimento nel 2016, ndr) aveva di poco superato il 3% e questa volta non si è presentato. Sappiamo, però, che se ci fossero domani le elezioni politiche, un dato 5S esisterebbe, quindi un elettorato pentastellato esiste ancora, in città però non ha avuto la forze e i numeri per presentarsi alle amministrative”. “Il dato è difficile da commentare, anche se ci dice ciò che i sondaggi, finora, ci hanno detto: ci sarà un ballottaggio e in questo ci sarà una partita del tutto nuova e si ricomincia da capo – ha spiegato Andrea Ansaloni, responsabile della comunicazione di Vignali -. Abbiamo fatto una campagna in mezzo alle persone, incontrandone migliaia. Il tema più urgente in città? Il dato sicurezza e degrado”.

 

Per Bocchi, che con FdI ha corso in solitaria, il dato più preoccupante è quello relativo all'affluenza: “È veramente avvilente e deve indurre una riflessione politica. La scarsa partecipazione, la mancanza di spirito pubblico e di senso civico ci deve far riflettere tutti. Sui dati usciti, invece, è prematuro, anche se qualche indicazione la possono già dare: i nostri non ci possono far saltare di gioia, ma credo che quelli reali saranno diversi. Siamo comunque orgogliosi della scelta fatta e della campagna elettorale condotta e penso che se dovesse ripartire ancora domani, la rifaremmo uguale”.

 

Per il sindaco uscente, Federico Pizzarotti, “il modello Parma ha funzionato”: “Abbiamo fatto tante piccole rivoluzioni e speriamo che anche questa sia una grande rivoluzione nazionale”. E sull'assenza del M5S, ha concluso: “L'ex candidato sindaco era in un'altra lista di pseudo no vax, quindi diciamo che si sono presentati e che, forse, si sono svelati per quello che erano, non rimanendo nel nostro gruppo, che era l'origine reale dei 5S a Parma e che avendo conosciuto il movimento ha scelto di fare una lista civica. Penso che questo sia un po' l'epilogo di tutto il centro-nord. Bisognerà aspettare le elezioni regionali in Sicilia, che nel 2012 erano state il grande campanello d'allarme: lì, infatti, si era registrata la crescita e poi il boom a livello nazionale, mentre penso che questa volta sarà l'inverso. Cosa farò ora? L'anno prossimo ci sono le politiche, vedremo che cosa succederà dall'autunno in poi”.