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Il Festival del Quirinale, diversivo nazional-popolare per distrarci un po'

Andrea Minuz

Ma quale Sanremo? La vera passione pop è il voto per il Colle. Uno stallo alla messicana pieno di suspense che ci appassiona sopra ogni altra cosa

Come spiegarsi quest’improvvisa passione molto pop e “full time” per il Quirinale, davvero ormai come un Sanremo, un Super Bowl o una finale dei Mondiali? S’avanzano varie ipotesi. La più ovvia è una comprensibile divagazione collettiva. Il Quirinale è un grande diversivo nazional-popolare per staccare da Omicron, dalle varianti, dai decreti e dalla conta quotidiana dei morti. Un lungo pre Festival che ci accompagna fino all’Ariston, come raccontano del resto tutti quei voti ad Amadeus. C’è poi la predilezione della nostra narrazione politica per il tatticismo esasperato, la chiacchiera infinita e astratta, il feticismo del messaggio in codice.

  

Fuori dalla retorica dell’urgenza-di-dare-una-guida-al-paese, è sempre nello stallo alla messicana che ritroviamo il vero specifico della politica italiana. E’ a quello che ci appassioniamo tutti sopra ogni altra cosa. C’è poi la spiegazione psicanalitica. Gli italiani, si sa, sono tutti “criptopresidenzialisti”. Se si entusiasmano così tanto è perché il presidente della Repubblica vorrebbero votarlo loro, meglio ancora se sui social. L’hashtag #Quirinale22 va in effetti fortissimo. Mentre talk-show, speciali dei tg, rotocalchi, maratone e dirette non fanno grandi ascolti, Instagram è ormai invaso da foto di Casini in bianco e nero o di parlamentari che s’immortalano mentre infilano la scheda nell’urna. Nei post è tutto un lessico presidenziale, “franchi tiratori”, “insalatiera”, “kingmaker” e “grandi elettori”. 

 

Tutti termini che da noi fanno subito Ohio, “swing states” e “winner takes all” (assordante, in effetti, il silenzio dei Ferragnez proprio ora che il Quirinale è supercool). Secondo alcuni, sarebbe anche questo il lascito di Mattarella, presidente molto amato sui social, influencer suo malgrado, spesso trasformato in “meme”. Ma la verità è che siamo tutti finiti dentro la versione italiana di “Don’t Look Up”. L’altro ieri, la clip con Gasparri che nelle votazioni si passa il gel igienizzante sotto le ascelle ha avuto un milione e mezzo di visualizzazioni. La diretta più seguita è quella di “Trash Italiano” con video virali poi ripresi dai siti dei grandi tg.

 Fra qualche ora potrebbe scoppiare una guerra in Ucraina, ma è chiaro che niente e nessuno potrebbe distrarci dal contare e ricontare tutte quelle schede bianche.

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