Le manovre in vista del Quirinale

Il gioco della Lega. No all'obbligo vaccinale come spia della possibile uscita dal governo

Carmelo Caruso

Sull’obbligo vaccinale, secondo la Lega, si starebbe costituendo un’alleanza che avrebbe come fine quello di escluderla dalla prossima partita del Quirinale. Lo sconto in Cdm e la perseveranza di Draghi

Roma. Negano tutti, non la esclude nessuno. “La Lega può uscire in qualsiasi momento dal governo”, la “Lega non può accettare tutto quello che desidera il governo”. E dicono che sia stato Giancarlo Giorgetti, che pure gli è amico e per cui Mario Draghi prova affetto, a spiegare che quello che si chiedeva in Cdm, l’obbligo vaccinale esteso al mondo del lavoro, era inaccettabile almeno come Pd e Forza Italia lo desideravano: “Non posso accettare che il mio partito venga descritto come un partito di sprovveduti. Se si deve fare, si faccia bene”.

 

Raccontano pure che Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza Stato regioni, non abbia tanto sbagliato ma che di sicuro, la sua intervista a La Repubblica, quella dove si dichiarava a favore dell’obbligo vaccinale, sia stata mal interpretata e che la sua “richiesta di estensione” rimane in linea con la posizione del partito. La domanda è cosa farà la Lega il 5 gennaio quando il premier ripresenterà la proposta di estensione.

 

La volontà di Draghi è di approvarla così come il provvedimento sui balneari che è stato rimandato dopo il tavolo che si è tenuto proprio al Mise. Sono argomenti diversissimi ma per il Pd sono esercitazioni, prove (e sono due a distanza di pochi giorni) dell’intenzione di Salvini di sfilarsi dal governo. C’è però un’altra ragione che avrebbe convinto la Lega, e il suo capo delegazione, a dire no. Sull’obbligo vaccinale, secondo la Lega, si starebbe costituendo un’alleanza che avrebbe come fine quello di escluderla dalla prossima partita del Quirinale.

 

E’ il solito “blocco Ursula”, le forze di sinistra e Forza Italia, un blocco di “responsabili” che si farebbe carico di mettere in sicurezza il paese in nome dell’emergenza sanitaria. In Cdm sarebbe quindi andata in scena un’operazione per disarticolare l’asse che la Lega definisce “Speranza-Brunetta”.

 

E’ nello stesso tempo un esempio d’opposizione, quella che il leader della Lega accarezza per ribadire il primato all’interno del centrodestra. Sono nella condizione ideale: ancora a metà. Si mettono fuori per restare dentro, stanno dentro ma come se agissero da fuori.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio