L'editoriale

Non toccate Amazon, nostra dea dell'accessibile

Altro che la Campbell di Warhol, qui è roba classica, da atleta di Mirone, da trasfigurazione fidiaca, Auguste Rodin e i suoi borghesi, Canova, la Pietà di Bezos.

Giuliano Ferrara

Pazienza se è monopolista, per un tratto ne ha pieno diritto. Non ha tradito nessuno, sarebbe ingiusto che fosse tradita, in nome di regole vecchie, da un pugno di burocrati limitati

Giù le mani da Amazon. Antipatizzanti: astenersi dal rompere le palle all’industria clou di questo secolo, o della prima metà del secolo. Amazon è un’amichevole intrusa, una compagna di vita, una performance eccezionale, che ti raggiunge ovunque con la rete delle reti più efficace mai esistita, ribassa i prezzi, eccita i consumi, informa, seleziona il possibile, ti cerca, ti suggerisce, ti aiuta, garantisce spedizioni per ogni dove e in tempi più che ragionevoli, ti tira fuori da un potenziale isolamento, è decisiva in tempi di libertà e ancora più decisiva in tempi di pandemia, di lockdown, di difficoltà sociali, vale cento sindacati, vale un tesoro con i suoi pacchi statuari e simbolici, altro che la Campbell di Warhol, qui è roba classica, da atleta di Mirone, da trasfigurazione fidiaca, Auguste Rodin e i suoi borghesi, Canova, la Pietà di Bezos.

 

Certo, Amazon non può essere sopra la legge, deve pagare il giusto di tasse sui profitti, e può essere accusata di aver contribuito alla fine di tante vecchie, care abitudini, ha dato una mano alla crisi dei giornali di carta, ma chissà, se domani qualcuno potrebbe risollevarli, è lei.

 

Lei può ormai fare tutto o quasi, e tutto bene, in tempo, diffusamente, egalitariamente. Pazienza se è monopolista, per un tratto ne ha pieno diritto, è arrivata prima e meglio, ha innovato, ha fatto il suo dovere; pazienza se danneggia il mio amato mercato di prossimità, e non lo credo, se fa chiudere qualche libreria, ma invece stimola la lettura e l’acquisto di buoni libri e di pessimi senza il sopracciò dei festival di cultura, così, catalogando Dante e Fabio Volo. Amazon è una divinità, una entità superiore. Ne tengano conto quelli che le vogliono male, annidati nelle Autorità, nelle Commissioni, in qualche sindacato malmostoso, in qualche governo.

 

Bezos dovrebbe comprarsi pagine e pagine di giornali, e ci farebbe decisamente un favore, per domandare a tutti i suoi nemici: e voi in questi anni che cosa avete combinato di utile e di necessario, di piacevole e di abbondante, per la gente comune, per il rilancio dell’economia e dei consumi, per la diffusione della cultura, dell’alfabetizzazione digitale e non? Siete sicuri di poter disporre di una cattedra solenne per impartirci una lezione al giorno, per cercare di limitarci, di intimidirci, di sputtanarci? Guardate dentro le vostre gesta, noi abbiamo rispetto per voi, e rendiamo omaggio alle regole, ma le abbiamo trasgredite in una logica imperiale per il bene nostro, che è il motore di tutto, e per il bene di una causa universalistica, che riguarda dunque tutti e contro la quale non vale l’ira invidiosa di pochi.

 

Sarei disposto a molto, perfino a una sottoscrizione, alla formazione di un comitato, allo sciopero, a un appello di intellettuali impegnati, e tutto per lei, per Amazon, la divina incarnazione dell’accessibile, una specie di fenomeno spontaneo del mercato che ha fatto del mio laptop uno strumento di libera conquista di ciò che mi serve e anche un veicolo spendaccione, inutile ma piacevole, di acquisizione di quanto potrebbe non servirmi, ma ovviamente sono affari miei e della mia economia domestica. Amazon non ha tradito nessuno, a quanto se ne sappia, lavora con persone e algoritmi al passo del presente e forse anche dell’inafferrabile futuro, sarebbe sommamente ingiusto che in nome di regole vecchie, con categorie anzianotte, un pugno di burocrati limitati tradisse lei, la Dea.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.