Esclusiva Foglio

Bettini lascia il Cda della Festa del Cinema

Dopo l'esclusiva del Foglio sulla lite Gualtieri-Bettini arrivano le dimissioni dell'ideologo del Pd: "Non ho mai partecipato a nessuna spartizione"

E' un terremoto. Dopo l'esclusiva di oggi del Foglio in cui si racconta della lite fra il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e l'ideologo della sinistra, Goffredo Bettini, arriva il passo indietro. E' quello di Bettini. Attraverso una lettera, il monaco del Pd annuncia le sue dimissioni dal Cda della Festa del Cinema di Roma. Vuole così dimostrare che non ha mai fatto pressioni o sponsorizzato figure, insomma, mai partecipato alla grande spartizione culturale della Capitale e mai pensato di influenzare le scelte del sindaco. La lettera è però la conferma inappuntabile che tutto quello che il Foglio ha documentato attraverso passaggi e fonti è confermato: la lite c'è stata ed è avvenuta nella modalità raccontate. Qui sotto il testo della lettera di Bettini:

 

"Cari amici, sono venuto a sapere che in un confronto istituzionale volto a ridefinire gli assetti delle realtà culturali romane, in particolare in riferimento alla festa del cinema, sono emerse mie presunte indicazioni e volontà. Qualche parola che in passato ho espresso sull'argomento mi è stata richiesta. Ha rappresentato un mio atto di generosità volto a dare un contributo che non pretende minimamente di condizionare scelte la cui responsabilità è in primo luogo del Sindaco Roberto Gualtieri". La lettera, da lui stesso pubblicata, è indirizzata a Nicola Zingaretti, Dario Franceschini e Roberto Gualtieri. "Vi prego quindi anche nelle discussioni istituzionali future di non chiamarmi in causa, in nessun modo e per alcun possibile risvolto delle vicende. Comunicherò anche al presidente dell'Istituto Luce Chiara Sbarigia di sollevarmi immediatamente dall'incarico di rappresentare, nel consiglio di amministrazione di Cinema di Roma, l'istituto che ella presiede. Mi sono speso in modo del tutto disinteressato per dare a Roma un sindaco degno e capace che sta facendo molto bene e che gode della mia stima più assoluta. E che ho ripetutamente sollecitato, si può chiedere a lui, di marcare nei confronti di tutti la sua autorevolezza e autonomia". Infine, conclude il dirigente Dem, "l'idea che da vent'anni decida sugli assetti della cultura a Roma è semplicemente falsa"

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