Il caso

Roma, si dimette il commissario della Metro C. Giallo sui finanziamenti

Grana per il sindaco Gualtieri costretto a dare risposte al più presto sulla linea verde della Capitale. Ma preoccupa anche la flotta delle linee A e B

Fernando Magliaro

Gentili lascia per andare a Roma Metropolitane. Al suo posto dal ministero dei Trasporti ecco Di Giambattista. Ma intanto mancano i fondi per la fermata Venezia

Maurizio Gentili, nominato a giugno scorso dal Governo Draghi commissario per la realizzazione della Metro C, si è dimesso. A subentrargli, salvo conferma da parte del Governo nei prossimi giorni, dovrebbe essere Virginio Di Giambattista, dirigente generale del Ministero dei Trasporti. Gentili dovrebbe essere chiamato dal sindaco Roberto Gualtieri a guidare come commissario Roma Metropolitane, la società di proprietà del Comune che si occupa di progettazione di infrastrutture di mobilità, ma che la Giunta Raggi, con una serie di provvedimenti giudicati “contraddittori” dalla Corte dei Conti, ha praticamente ridotto al fallimento (con tanto di lavoratori 147 privati della tredicesima a Natale scorso e mandati in cassa integrazione).


Sulla metro C, inoltre, si abbatte anche la mancanza di fondi: dopo 5 anni, la giunta Raggi non è stata in grado di presentare un adeguato progetto per la stazione Venezia della terza linea della metropolitana capitolina.  Due giorni fa, la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera allo schema di riparto di 660 milioni di finanziamenti per i quali il Campidoglio 5Stelle aveva presentato istanza di finanziamento per la stazione Venezia.


Nel riparto, Venezia non c’è. E, quindi, occorrerà attendere e sperare che i fondi per pagarla escano dalla legge finanziaria che sarà discussa a fine anno e in cui c’è un capitolo di 3,6 miliardi di euro da cui dovrebbero essere attinti i soldi per Venezia.
In compenso, però, nel riparto dei 660 milioni, Roma ne porta a casa 160 che saranno destinati all’acquisto di 30 nuovi convogli per le linee A e B che, tardivamente, andranno a integrare la flotta attuale di treni destinata, in breve tempo, a essere ritirata dal servizio per permettere le lunghe e lente operazioni di revisione generale.

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