le mappe dell'istituto cattaneo

Trent'anni di elezioni a Roma per capire il prossimo voto per il Campidoglio

Gianluca De Rosa

Per la prima volta una mappa elaborata dall'istituto Carlo Cattaneo mostra i flussi elettorali di quasi tutti i quartieri della Capitale, dal 1993 all'ultima chiamata alle urne 

Trent’anni di elezioni per raccontare le tendenze e i cambi di umore della Capitale che spesso ha anticipato le trasformazioni della politica nazionale. L’istituto Carlo Cattaneo ha pubblicato ieri “La storia e la mappa delle grandi città al voto”, tre brevi report dedicati agli esiti elettorali nelle grandi città al voto: Roma, Milano, Torino e Bologna.

 

Quello dedicato alla Capitale è particolarmente interessante. Il rapporto divide la città in 155 aree urbanistiche, all’incirca tutti i quartieri di Roma. Una lavoro molto utile. Fino ad oggi, infatti, questi dati, in possesso dell’ufficio capitolino che si occupa dei servizi elettorali, non erano pubblicati in modo fruibile da nessuna parte. Sul portale di Roma Capitale era possibile consultare gli esiti dell’elezioni solo sull’intero territorio comunale o per municipio. Un dato importante, ma non esaustivo: solo l’VIII municipio, quello di Garbatella e San Paolo, il meno popoloso della città, conta circa 131mila abitanti, all’incirca i residenti di Ferrara.

 

Le elezioni nella Capitale del 1993 – le prime con l’elezione diretta del sindaco – segnano l’inizio del bipolarismo italiano, con i voti dei cittadini romani divisi quasi equamente tra centrodestra e centrosinistra, a prescindere dalle sigle che nel tempo si sono alternate. Questo schema è stato rotto nel 2013 dall’arrivo del M5s che prese il 27 per cento dei voti, risultato migliorato nel 2016, quando Virginia Raggi ottenne al primo turno il 35 per cento dei consensi e giunse, dopo il ballottaggio in Campidoglio, antipasto del primo governo a maggioranza grillina che si è insediato due anni più tardi. Per la rappresentazione degli esiti elettorali il rapporto dell’Istituto Cattaneo utilizza la mappa urbanistica di Roma che divide la città in 155 aree. Quelle colorate in rosso sono quelle dove ha prevalso il centrosinistra (le intensità della tonalità indicano la dimensione del differenziale delle percentuali raccolte rispetto alla coalizione perdente). Chiaramente dal 2013 in poi è stata inserita una seconda mappa che indica invece il numero dei consensi ottenuti dal M5s. Ma che cosa risulta dallo studio?

 

Nelle elezioni europee del 1999 e alle politiche del 2001, le prime per le quali i dati per sezione sono disponibili, è abbastanza evidente che il centrosinistra risulta più forte soprattutto nei quartieri popolari della periferia Est, come San Basilio, Tor Cervara e la Rustica, ma anche nelle periferie di classe media del quadrante Sud  sia dentro il Gra (Tor Marancia e Grottaperfetta, per fare due esempio), sia lungo la via del Mare (Acilia e Ostia). Il centrodestra, invece, vince nelle zone benestanti di Roma Nord-Ovest (Farnesina e Tor di Quinto) e lungo la Cassia, ma anche negli avanposti borghesi di Roma Sud come l’Eur e l’Appia Antica. L’anello ferroviario (e cioè il centro in senso ampio) risulta invece un’area contesa, con zone come i Parioli o Ponte Milvio nettamente spostate a destra. Solo nelle comunali del 2006 (secondo mandato di Veltroni) tutta la città si tinge di rosso, fin dal primo turno. Ma anche in quella circostanza il successo del centrosinistra risulta più marcato nelle aree del quadrante Est. Negli anni successivi questo equilibrio non risulta radicalmente alterato, anche se il centrosinistra si è rafforzato progressivamente nel centro e nelle zone di classe media con alti tassi di istruzione, dentro il Gra, in particolare quelle in corso di trasformazione come Montesacro o la Garbatella.

 

 

Per la Capitale lo spartiacque è rappresentato dal ciclo elettorale 2014-2016. Dopo il grande successo del Pd a guida Renzi, il centrosinistra, complice l’exploit dei 5 stelle, perde la periferia Est e si rinserra nelle aree di classe media, ad elevata istruzione, del centro o della prima periferia Sud. Ma anche non considerando i voti ai grillini, il centrodestra scavalca gli avversari del centrosinistra in queste aree.

 

Lo studio completo e le mappe elaborate dall’istituto Bruno Cattaneo le trovate qui.

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