L'asse Roma-Parigi

L'età Draghi-Macron, la cena dei leader "multilaterali" per il dopo Merkel

Carmelo Caruso e Mauro Zanon

Un incontro a Marsiglia tra Draghi e Macron per parlare di crisi afghana, di Difesa europea e di equilibri dopo la fine dell'epoca Merkel. Ma è anche restart di governo. Cdm, scuola, accoglienza

Roma-Parigi. Si cercano e si danno del tu perché c’è un rapporto informale che consente di superare le forme. Non è la politica estera della pacca sulla spalla, ma un’intesa tra chi si candida a riempire il vuoto che verrà lasciato da Angela Merkel. Pensano entrambi che “l’Europa deve rimanere quel riferimento influente che in questi anni ha rappresentato” e che dopo la crisi dell’Afghanistan, l’addio americano, non potrà che “tornare l’età del multilateralismo”. Mario Draghi ed Emmanuel Macron ceneranno insieme, questa sera, a Marsiglia, alla vigilia dell’apertura del congresso dell’Unione mondiale per la conservazione della natura. Macron ha chiesto un momento di confronto. Il premier italiano sarà alle 18 in Francia. Elenchiamo gli argomenti della conversazione: la crisi afghana, l’assetto libico, la collaborazione per permettere l’accoglienza dei rifugiati e infine il prossimo equilibrio europeo. Secondo quanto riferito al Foglio, da fonti vicine all’Eliseo e da informazioni raccolte a Bruxelles, il presidente francese cerca in Draghi un sostegno per realizzare uno dei primi obiettivi della sua agenda. La Francia assumerà infatti la presidenza della Ue a gennaio del 2022. E’ la Difesa comune, una difesa europea, il capolavoro che i due paesi potrebbero realizzare. Si insiste ancora su questa affinità Draghi-Macron per un semplice motivo. Non è un artificio.


Il 17 settembre, a Creta, gli interessi dei due paesi si incroceranno nuovamente nel vertice annuale dei paesi Med-7. E’ stato sempre Macron a chiedere a Draghi di concedergli il privilegio della sua prima visita da premier. E il premier lo ha accordato. Sono dell’opinione che “la cooperazione fra stati europei non potrà che essere rafforzata”, che, come già annunciato, un esercito comune sarà la soluzione ineludibile, e ancora che i paesi confinanti all’Afghanistan saranno schiacciati dall’esodo. Occorrerà sostenerli. L’accoglienza è l’anello che ci consente di tenere la politica internazionale e quella nazionale. Collegarla. Si è detto dell’appuntamento francese ma non ancora del Cdm. L’appuntamento è per le 11 di questa mattina. Sarà esaminato quel provvedimento che aveva già anticipato il Foglio. Si tratta di una delibera per stornare 120 milioni di euro destinati alle missioni internazionali e spenderli per fare la “buona accoglienza”. Seguirà un progetto articolato a cui lavoreranno Luigi Di Maio e la ministra Luciana Lamorgese. Ma di questo più avanti. Oggi sarà invece il giorno del riavvio formale dell’attività di governo ed è giusto parlarne. E’ un passaggio che verrà raccontato attraverso una conferenza stampa. Ci saranno Draghi e i ministri Enrico Giovannini, Patrizio Bianchi, Roberto Speranza. E’ chiaro che il grosso delle perplessità riguarda la scuola. La conferenza stampa serve anche a questo: a rispondere alle domande che i genitori si pongono e a rassicurarli. Non è vero invece che nel Cdm sarà esaminato il decreto antidelocalizzazione.

 

Lo ha scritto qualcuno ma Palazzo Chigi ha smentito e se lo ha fatto significa che si è molto irritato per questa imprecisione. Di interessante, e puntualmente comunicata, c’è qualcos’altro. E’ l’incontro tra Draghi e monsignor Vincenzo Paglia in rappresentanza di una delegazione. E’ avvenuto ieri. Si tratta di una delegazione che ha lavorato alla riforma dell’assistenza sanitaria per gli anziani. Draghi l’ha definita “di enorme rilevanza sociale ed etica”. Sono sempre gli aggettivi che restituiscono il Draghi più profondo. “Enorme” equivale a necessario. Ci permette di fare una digressione utile. “Necessario” è lo sforzo diplomatico portato avanti dal “premier multilaterale”. Del G20 si scrive quasi ogni giorno e a volte con poca avvedutezza. Quello che si può fare è cercare di coinvolgere altri fori. Non è mai abbastanza ripeterlo. Sempre nella giornata di ieri, ad esempio, Draghi ha avuto una telefonata con il segretario generale della Nazioni Unite, António Guterres. Non ci sono soluzioni e miracoli, ma c’è la garanzia che l’assistenza umanitaria, a favore della popolazione afghana, non è oggetto di discussione in sede internazionale. Adesso dunque solo poche parole e sempre su Macron e Draghi. Sono i presidenti di un occidente terremotato. Custodiscono però il patrimonio europa. L’amicizia, a volte, si riduce a poche idee ma ferme. La loro gira intorno a questa idea-mondo: “Senza un’Europa all’unisono non c’è politica internazionale”. In questo momento senza Draghi e Macron non c’è Europa unita.

 

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