Caro Pasquino, leggi anche la seconda parte dell'articolo di Cassese

Il politologo frettoloso fa le critiche cieche

Luciano Capone

Un articolo sul Domani attribuisce al giurista l'esatto contrario di ciò che scrive e pensa della democrazia, fraintendendo il senso del suo ragionamento sul regime dei talebani in Afghanistan

Ohibò, è mai possibile che Sabino Cassese sia diventato una specie di supporter dei talebani? E’ ciò che emerge leggendo sul Domani un articolo di Gianfranco Pasquino che sbeffeggia Cassese per un editoriale sul Corriere, in particolare per questo passaggio: “La democrazia è un insieme di istituzioni maturate nel mondo occidentale e non è corretto ritenerla migliore di altri reggimenti politici e cercare di trasferirla in paesi che hanno tradizioni diverse”. Come dire: altro che diritti e democrazia, gli afghani si meritano i talebani. 


Il problema di Pasquino è che quella frase, lungi dall’essere il pensiero di Cassese, è la tesi che l’ex giudice costituzionale critica per tutto il seguito del suo editoriale: “Questo punto di vista ignora – scrive Cassese – il riconoscimento universale del diritto dei popoli alla democrazia”. E ancora: “Conclusione: l’universalità del diritto non è un mito e non lo è il diritto dei popoli alla democrazia”. Ma com’è possibile che Pasquino riesca ad attribuire a Cassese l’esatto contrario di ciò che scrive e pensa? 


Si possono fare tre ipotesi. La prima è la malafede, ma è da scartare vista la dirittura morale e l’intelligenza di Pasquino (è difficile immaginare che potesse ritenere che nessuno si accorgesse della manipolazione). La seconda ipotesi è la mancata comprensione del testo, ma è da escludere date la lucidità e la profondità di pensiero del professore bolognese. L’ultima, più probabile, è che Pasquino si sia fermato all’inizio dell’articolo di Cassese, pensando che finisse in prima pagina, senza leggere tutto il resto a pagina 28. Un po’ come accade alla proverbiale gatta, il politologo frettoloso fa le critiche cieche.
 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali