Michetti si presenta: "Un onore essere il tribuno dei romani"

Gianluca De Rosa

La conferenza stampa per presentare i candidati per le amministrative si trasforma in uno show del centrodestra. Meloni elogia il curriculum dell'aspirante sindaco, Salvini la butta sul calcio: "Uno tifa Roma, l'altro Lazio". Per Sgarbi ci vuole "Figliuolo commissario per le emergenze romane"

Inizia in sordina. Ai candidati sindaco e prosindaca del centrodestra giusto poche parole di presentazione. "Mi sento bene, assolutamente lusingato per l'attenzione per me e per la dottoressa Matone, farò di tutto per ripagare la fiducia", dice con un filo di emozione Enrico Michetti. “Il mio stato d'animo? Sereno. Ho accettato la proposta che mi è stata fatta perché nella vita bisogna saper rischiare, anche buttarsi. Al tempo stesso ho deciso di mettere la mia professionalità e il mio spirito di servizio a disposizione dei cittadini romani. Ritengo di conoscere non soltanto la Ztl, ma soprattutto tutto ciò che di Roma viene ignorato da lungo tempo", lo segue Simonetta Matone.

 

Poi, come fiumi cominciano a parlare i leader. Prima Salvini, che dopo le lodi dice: “Saranno cinque anni di amministrazione stra-ordinaria”, poi si lascia andare a una battuta: “Il centrodestra non può che crescere e migliorare. Il ticket sindaco e prosindaco coprono entrambe le tifoserie della Capitale. Uno tifa la Roma e l'altro la Lazio”. 

 

Poi, ben più piccata, Giorgia Meloni che, rispondendo al direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano che modera l’evento al tempio di Adriano, fa l’encomio arrabbiato dell’avvocato Michetti: “Questa è una proposta di estrema serietà che penso dimostri quanto amore abbiamo per questa città, consapevoli che le scelte sbagliate poi le pagano i cittadini come successo in questi cinque anni ai romani. Ho sentito dire con tono di scherno ‘ma Michetti chi?’ Allora, Michetti uno dei principali avvocati amministrativisti d’Italia, Michetti docente universitario, Michetti il fondatore della Gazzetta amministrativa, Michetti quello che i sindaci chiamano per risolvere il problemi che hanno, Michetti la persona che l’ex premier del Pd Paolo Gentiloni ha nominato cavaliere del lavoro, Michetti il conduttore radiofonico... Michetti chi? Possiamo confrontare il suo curriculum con quello degli altri principali candidati? Raggi avvocato presso lo studio Sammarco poi consigliere comunale poi sindaco. Gualtieri, dirigente di partito, burocrate europeo, e poi ministro dell'economia del governo Conte”. Poi dopo altre lodi anche per Matone la leader di Fratelli d’Italia chiude così: “Noi abbiamo messo in campo due pezzi da 90, non un candidato ma un sindaco, la Raggi era un ottimo candidato donna, giovane, nuova, è stata un buon sindaco? No, perché governare Roma è una delle cose più difficile che esistano, non si può fare il tirocinio come sindaco di Roma come hanno fatto i 5 stelle in questi anni, noi invece vogliamo delle persone che quando arrivano a guidare la capitale sanno esattamente dove mettere le mani”. 

 

A mettere ancor più verve poi ci pensa l’assessore in pectore dell’ipotetica futura giunta di centrodestra Vittorio Sgarbi. “Roma ha come assessore alla cultura una amica della Raggi esperta di burlesque", a Roma c'è bisogno di questo ''ma non solo di questo''. Poltrone? "Io farei l'assessore in piedi, senza poltrona". Lancia persino una proposta per la futura squadra: “Io sono qui per la componente miracoli, fare miracoli per Roma. Quando finirà il suo incarico il generale Figliuolo straordinario commissario per le emergenze romane”. 

 

Poi però prendono la parola i due candidati e si capisce subito che non saranno ta comparse della loro campagna elettorale. Matone risponde a chi l’accusa di candidarsi lì dove svolge la sua attività di magistrato e se la prende con il segretario del Pd: “Letta - dice - mi sorprende, fu lui a nominarmi capo del dipartimento degli affari di giustizia, ruolo già ricoperto da Falcone. Dal 1992 in poi il Parlamento è stato pieno di magistrati, quasi tutti della stessa area, lo stesso discorso è per i sindaci. Tutti si sono messi in aspettativa, cosa che farò pure io. Io mi riconosco una dote: l'equilibrio. Non ho mai fatto parte di cordate, ho avuto incarichi importanti ma sempre con rapporto fiduciario dei ministri, mai per accordi parapolitici o di correnti".

 

Poi Michetti improvvisa subito il primo show di una campagna elettorale che si preannuncia “imperiale”, ricca di aneddoti e citazioni antico romane. “Dobbiamo restituire a Roma l’orgoglio di caput mundi non è impossibile è molto difficile, ma ce la faremo perché noi Roma la amiamo. Questa è la più grande occasione che ho nella mia vita per restituire a questa città qualcosa per tutto quello che ha fatto per me per noi e per il pianeta. 

 

Qualcuno mi ha definito tribuno... che bello ragazzi, tribuno è il massimo che si può dare a un cittadino di Roma. Era colui che rappresentava il popolo di Roma, era sacro ed inviolabile. E Cesare Ottaviano Augusto, che io considero il più grande imperatore di Roma, pretese una cosa sola essere tribuno della plebe a vita, si spogliò del potere di ordinanza, del poter totalitario e lo restituì al senato e al popolo di Roma disse insomma ‘non posso fare i dpcm’. Ringrazio dunque chi mi ha onorato con questo termine che spero riuscirò a portare con orgoglio”. Poi i ringraziamenti e la chiusura: “Adesso scarpe nuove e corriamo in tutti i territori della città". Ci sarà da divertirsi.