Tutti i dubbi della maggioranza (Salvini escluso) sulla riforma degli appalti

Parlano Salvini (Lega), Bersani (Leu), Verini (Pd), Crippa (M5s)

Francesco Cocco

Nuova frattura all'interno della maggioranza sul dl Semplificazioni e in particolare sulla bozza che riforma il mondo degli appalti e dei subappalti in vista delle opere che andranno realizzate con il Recovery fund. "L'importante è lavorare in sicurezza e in fretta, altrimenti i soldi europei non si spendono", sostiene il segretario della Lega, Matteo Salvini. Che ricorda la lentezza del sistema italiano nella realizzazione delle opere e aggiunge: "Bisogna fare più in fretta, e spero che nessuno si metta di traverso in maggioranza". Cancellando il Codice degli appalti? "Cancellando, rinnovando, superando… Noi chiediamo di usare la normativa europea", risponde Salvini. 

  

"Non chiamatela liberalizzazione", scandisce invece il deputato di Leu ed ex ministro Pierluigi Bersani, "liberalizzare vuol dire dare regole contro le preprepotenze del mercato, deregolare vuol dire lasciare campo aperto alle prepotenze del mercato… subappalti à gogo e massimo ribasso è una deregolazione che non tiene conto della situazione italiana". Il Pd punta a cercare un compromesso fra le varie posizioni. Cosa non semplice, anche perché ad esempio la Corte di Giustizia europea nel 2019 ha stabilito l'illegittimità dei limiti ai subappalti (in Italia attualmente il limite è al 40 per cento). "Noi vogliamo rispettare le norme europee, però siamo un paese particolare, il paese dove c'è maggior lavoro nero" e dove, prosegue Walter Verini, le imprese contano in media solo un lavoratore, o poco più, ciascuna. "Le normative sui subappalti in Italia hanno spesso portato a delle grossissime problematiche sulla esecuzione dei lavori", dice Davide Crippa, capogruppo alla Camera del M5s.