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Il colloquio

Salvini al Foglio: "Letta? Parigi lo ha reso un radical chic. Contento il Pd..."

Copasir, governo e rapporti con gli alleati: parla il leader del Carroccio. Che quasi quasi rimpiange Zingaretti: "Lo conoscevo meglio"

Simone Canettieri

Il leader della Lega: "Il segretario dem è ossessionato da me, non fa altro che attaccarmi. La sua proposta sulla tassa di successione? Una fregatura: non passerà mai"

Oggi è contento. Ride sotto la mascherina tricolore: “Non vedo l’ora di togliermela”. Senza dubbio, Matteo Salvini. Che bel giovedì per il Capitano. E il meglio deve ancora venire: nel pomeriggio Mario Draghi chiuderà una porta in faccia a Enrico Letta sulla proposta della tassa di successione.

Appena sveglio l’ex ministro dell’Interno ha fatto il Papeete del Copasir, l’organismo parlamentare che vigila sui servizi segreti. “Questa mattina ho telefonato al presidente Volpi e gli ho detto: sai che c’è? Dimettiamoci, basta alibi, non siamo attaccati alle poltrone”. Mentre racconta questa piccola grande cosa al Foglio, il leader della Lega sembra pensare ad altro. Dice di avere un appuntamento “tra poco” nei suoi uffici del Senato “con due persone” e quindi è concentrato. Prima di ritornare alla base, si sottopone al solito mostro di telecamere che lo insegue per chiedergli la qualunque. Lui non si sottrae: Salvini è un dichiaratore seriale, parla senza dare titoli, ma intanto parla assai. Prego, chiedetemi. La prossima?

Soddisfa qualsiasi curiosità. Dalla salute di Silvio Berlusconi (“ultimi giorni? Ma quando mai! L’ho sentito ieri al telefono e stava benissimo, tra venti anni staremo ancora qui a commentare la sua salute e lui intanto sarà sul pezzo”) ai candidati per Roma e Milano, per i quali bisogna avere pazienza e “sicuramente scapperà fuori il miglior nome possibile”, è la frase cuscinetto. Aver sbloccato la faccenda della presidenza del Copasir, che finirà a Fratelli d’Italia, sicuramente addolcirà anche Giorgia Meloni, che Salvini non cita mai. Intanto, eccolo: ottantanove chili e novecento grammi di sovranismo light, come da foto postata su Instagram per festeggiare il muro abbattuto dei novanta. Salvini si ferma davanti al ristorante della fidanzata Francesca Verdini, erede di Denis, che il sito Dagospia dà come futura moglie, mancata oggi, ma dopodomani sicuramente. Il leader della Lega sembra molto contento di avere un oppositore come Enrico Letta. “Ah, il segretario del Pd, che tipo. Come sta? Che ore sono? Ancora non mi ha attaccato?”. Salvini ha capito che uno come Enrico se lo deve tenere stretto: “Ragazzi, è ossessionato. Devo dire che mi ha deluso: questi anni a Parigi gli hanno fatto male, pensavo meglio. E’ un radical chic, figlio dei salotti. Contento lui...”. Lo dica, Salvini: era meglio Zingaretti? “Nicola lo conoscevo di più, questo Letta l’ho visto una volta: è fantastico”.  
Salvini cammina per il centro di Roma e bisogna provocarlo: il Pd di Zingaretti era più popolare e quello di Letta è troppo fighetto? “Il governatore del Lazio lo conosco, e con lui mi sono confrontato diverse volte, il nuovo segretario del Pd l’ho visto una volta sola e mi basta. Non do giudizi, fate voi. Dico solo: contento lui”. 

Il capo della Lega, l’agitatore del Carroccio, sa che il nuovo inquilino del Nazareno vorrebbe toglierselo dalle scatole: “Gli piacerebbe che noi uscissimo dal governo: se lo scorda. Adesso vediamo che succederà. Di sicuro noi stiamo dentro e stiamo bene”. 

 

 

Il riferimento sul futuro (“vedremo che succederà”) riguarda la partita per il Colle. Dalle parti di Salvini sono sicuri che il Pd andrà in tilt sull’elezione del del capo dello stato: il leader della Lega controlla i suoi parlamentari, quello del Pd no. E dunque l’ex ministro dell’Interno si lecca i baffi al pensiero di quello che potrà accadere. Bisogna raccontargli la proposta di Letta: tassa di successione per i super ricchi. Salvini tira fuori la mano dai pantaloni e fa la mossa dello stantuffo, avanti e indietro, per indicare quello che Corrado Guzzanti chiamava nelle sue gag “il cetriolo globale”. Ecco la dichiarazione del leader della Lega al di là del linguaggio del corpo: “E’ una fregatura, siamo contrari, come Lega diremo sempre di no a una roba simile. Magari anche il premier Draghi la pensa come noi...”. In conferenza stampa il presidente del consiglio dirà a proposito della proposta del segretario del Pd: “L'economia è ancora in una situazione di recessione, di grande disoccupazione e tutti questi provvedimenti fiscali saranno oggetto poi della riforma del fisco. Un errore quando si parla di fisco è stato quello di andare avanti a pezzettini, quindi l’importante ora è fare una legge delega della riforma fiscale che seguirà le linee delle commissioni parlamentari che hanno lavorato finora molto bene tra l’altro su questo argomento”. 

In poche parole, per Draghi “non è il momento di prendere soldi ai cittadini, ma di darli”. Salvini in serata manda un tweet per infierire: “Anche in questa circostanza c’è piena sintonia con il premier Draghi, se c’è una cosa di cui l’Italia non ha bisogno sono nuove tasse. Letta e il Pd si rassegnino”. Poi si apre una bottiglia per cena, la dieta da domani. Oggi si festeggia: al Pd di Letta. Cin cin.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.