Il caso

Raggi e l'affetto per Malagò, a cui dava buca e diceva: "Le Olimpiadi? Criminali"

Salto in lungo o piroetta: la sindaca sdogana l'ultimo nemico su Twitter alla vigilia delle elezioni comunali

Simone Canettieri

Cinque anni fa il presidente del Coni per i grillini era il Draghi dello sport: un nemico da abbattere. Adesso, dopo la guerra per i Giochi a Roma, Raggi saluta la sua conferma con piacere e congratulazioni

Il suo primo atto da sindaca di Roma fu dargli buca. Secca. Piantato in asso. Lasciato ad aspettarla in Campidoglio. Mentre lei mangiava un piatto di minestrone in una trattoria dietro la stazione Termini, lui fece anticamera, guardando l'orologio. "Arriverà? Non mi risponde al telefono" Non arrivò.  Era il settembre del 2016, si doveva decidere sulle Olimpiadi a Roma del 2024: Beppe Grillo aveva già detto di no e la sindaca si accodò: non presentandosi a un appuntamento istituzionale convocato in Comune. Erano i tempi, d'altronde, in cui Alessandro Di Battista maturò una convinzione sui Giochi nella Capitale grazie al parere del suo meccanico di fiducia (non è battuta, lo rivelò proprio l'ex parlamentare in uno dei suoi libri. "Decisi di telefonare a Massimo e lui radunò una decina di persone: il fruttivendolo, l'edicolante e tutti dissero no alle Olimpiadi").  Chiaro: cuoca di Lenin, meccanico di Dibba.

 

Adesso, dopo cinque anni, Virginia Raggi si rivolge a Giovanni Malagò, confermato presidente del Coni, con la stima immutata di chi vanta antiche consuetudini.  Un tweet che racchiude un mondo o forse conferma che quel mondo non c'è più: "Congratulazioni a Giovanni Malagò, confermato presidente del Coni. Lo sport deve ripartire e Roma farà la sua parte con i tanti eventi internazionali dei prossimi mesi. Buon lavoro". 

 

     

Eppure Malagò è stato per il M5s il Draghi dello sport: un nemico del popolo, un amico dei soliti noti, un sistema da abbattere. E anche da umiliare. Come dimostra appunto la buca rimediata da Raggi, evento forse più unico che raro nella vita istituzionale di "Giovannino".  Ai tempi della candidatura a cinque cerchi di Roma, la neo eletta sindaca diceva al capo dello sport italiano che "è criminale pensare alle Olimpiadi".

 

Acqua passata, per Raggi che di questo passo potrebbe inaugurare il suo comitato elettorale magari al circolo Aniene. Qualcuno ne rimarrebbe stupito? 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.