(foto Ansa)

editoriali

La corruzione che dipende dallo stato

Redazione

La svolta culturale di Draghi può chiudere una stagione iniziata nel 1992

Il tridente di Mario Draghi contro la corruzione è fatto di onestà, intelligenza e gusto per il futuro. Parole che, solo a nominarle, la gran parte di noi finirebbe sbeffeggiato, se non peggio. La prima poi era la parola simbolo della litania minacciosa dei 5 stelle e fa piacere ritrovarla in una veste  più sensata. Ma lasciamo stare lo stile e andiamo al sodo. Perché Draghi non è un rousseauiano fiducioso nel bene innato del buon amministratore o del buon imprenditore. Anzi, ha l’aria piuttosto scafata sulle vicende umane. Ma, semplicemente, per alcune ragioni ovvie e per altre meno ovvie, non ha bisogno di usare la lotta alla corruzione come strumento per acquistare consenso elettorale. Ne fa una questione di efficienza (nel caso specifico per far arrivare a destinazione i miliardi del Pnrr) e di funzionalità e conta anche sull’intelligenza del paese, perché i buoni risultati nell’applicazione del Piano comportano vantaggi per tutti, e, appunto, basta capirlo.

Il vecchio tridente, invece, lo ricordiamo, serviva solo per acchiappare voti, tra l’altro voti in prestito e sempre meno disponibili. Era fatto di manette, delazione e intercettazione. Si direbbe che non abbia funzionato per i fini dichiarati e primari, cioè per la lotta alla corruzione, che abbia intralciato gli obiettivi indiretti, cioè l’efficienza dell’amministrazione statale e delle grandi aziende, e che non abbia conseguito, stanti gli alterni risultati elettorali e i pessimi risultati nella gestione del potere, il fine nascosto, cioè l’ottenimento del consenso politico. Il tridente di Draghi e ciò che comporta, come lascito al Parlamento, sarebbero già qualcosa di straordinario e lo sarebbero se diventassero un luogo comune nel dibattito pubblico italiano. Senza farla troppo lunga, ma con un po’ di soddisfazione, potremmo dire che sarebbe la fine di una stagione terribile, quella cominciata nel 1992 e i cui effetti sono durati fino a oggi.

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