(Lapresse)

Ciampolillo, l'Erdogan delle Puglie

Michele de Feudis

Torna sulla scena il senatore ex 5S, censurato a Palazzo Madama per aver chiesto alla collega leghista Elena Testor di cedergli il posto, nonostante avesse un tutore alla gamba

“Erdogan alle cime di rape”. Dopo esser diventato celebre nelle cronache parlamentari per la dichiarazione di voto in zona Cesarini sulla fiducia all’allora premier Giuseppe Conte, è tornato sotto i riflettori il senatore barese Lello Ciampolillo, protagonista di un surreale nuovo “sofa-gate”: durante l’esame di alcune mozioni a Palazzo Madama, ha chiesto alla senatrice leghista Elena Testor di cedergli il posto per poter parlare al microfono, trascurando che la collega aveva un tutore alla gamba per una lesione ai legamenti. Un comportamento - privo delle necessaria delicatezza nei confronti della senatrice infortunata - che gli ha fatto meritare il paragone con il sultano di Ankara, per i ruvidi modi adottati nell’incontro con Ursula von der Leyen.

 

Ciampolillo è stato censurato dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli: “Poteva prendere un altro microfono. Ha fatto alzare una senatrice infortunata e con un tutore. Non è né educato né corretto”. Parole senza appello a cui il senatore ex grillino ortodosso ha replicato con una debolissima difesa: “Le ho chiesto se potevo e mi ha detto di sì”. Inevitabile la successiva “censura” della presidenza del Senato. La diretta interessata ha commentato laconica: “Ciampolillo mi ha chiesto di spostarmi dicendo che voleva parlare da li'. Sicuramente ha visto il tutore, purtroppo si nota. Credo che potesse intervenire dal suo posto o altrove. Mi spiace ma ho apprezzato le parole di Calderoli e degli altri colleghi che mi hanno espresso solidarietà, compreso il sottosegretario alla Salute Sileri”.

 

Il parlamentare ed ex sindacalista pugliese poi ha provato a mettere una pezza (peggio del buco) parlando di “pretestuose argomentazioni” nella vicenda, di “presunta mancanza di delicatezza nei confronti di una collega”, che “ben avrebbe potuto restare seduta non avendo io occupato la sua postazione ed essendo la seduta rimasta costantemente inoccupata come agevolmente verificabile dalle riprese in diretta della sessione parlamentare”. Non contento (“sono lusingato da tanta attenzione mediatica”), e porgendo tardive scuse alla Testor ha invitato tutti a dare risalto ai temi del suo intervento, ovvero la proposta di dare via libera alla cannabis medicale (Cbd), “prescrivibile dal Servizio sanitario nazionale, per prevenire e ridurre il carico sulle strutture ospedaliere” dei malati di Covid. 
Parafrasando il vecchio claim di “90° minuto”, da Palazzo Madama è tutto, fino alla prossima “ciampolillata”.

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