Letta guarda alle amministrative e ovunque si giri ha un problema

A Roma al Pd resta solo Gualtieri. Né Raggi né Calenda hanno intenzione di ritirarsi. Nelle altre città non va meglio. E poi c'è la partita per il Quirinale

Enrico Letta ha un problema. Di non poco conto e di non facile soluzione. Il voto delle amministrative. A Roma il Pd annaspa. Il segretario ha deciso di fare un pressing forsennato su Nicola Zingaretti questa settimana, nella speranza che il presidente della Regione Lazio ceda. Ma le speranze che questo accada sono ridotte veramente al lumicino. Nel frattempo Carlo Calenda, che ha incontrato ieri il segretario del Partito democratico, gli ha fatto sapere che lui non ha intenzione alcuna di ritirarsi, anche se un tam tam dei dem capitolini negli ultimi giorni accreditava questa versione. “Io vado avanti”, gli ha detto il leader di Azione con grande nettezza. Nel frattempo i sondaggi danno Virginia Raggi in ripresa in alcune zone della periferia romana. E comunque Giuseppe Conte non appare in grado di far recedere la sindaca, nemmeno con la promessa di un seggio alla Camera dei deputati nella prossima legislatura. Allo stato rimane solo Roberto Gualtieri. Certo, gli elettori del Movimento 5 stelle potrebbero votarlo al secondo turno, tanto più se Conte, come ha lasciato intendere a Letta, darà indicazione in questo senso prima del ballottaggio. Ma con Calenda in campo, sostenuto da più Europa e da Italia viva, non è affatto detto che l’ex ministro dell’Economia riesca ad andare al secondo turno. L’altro ieri, infatti, nel corso dell’incontro che i due hanno avuto alla fondazione Arel, Matteo Renzi ha confermato a Letta che il suo partito sosterrà l’ex ministro dello Sviluppo economico.

 

Come se non bastasse, anche per difficoltà interne, per carità, il candidato del centrodestra rimane ancora un mistero. Perdere Roma sarebbe un pessimo segnale di inizio per il nuovo leader del Pd, che ne è ben conscio e che si è ripromesso di trovare una soluzione in due settimane. 

 

Nelle altre città non è che vada meglio. A Milano Beppe Sala ha fatto un passo di lato rispetto al Pd e questo significa che se il sindaco del capoluogo lombardo sarà riconfermato la sua vittoria non si potrà certo ascrivere al Partito democratico. A Bologna il Pd è diviso e la proposta di Renzi di candidare la sindaca di San Lazzaro di Savena non ha certamente contribuito a migliorare le cose. Anzi. A Torino non si profila nessuna soluzione all’orizzonte e il rapporto con il Movimento 5 stelle è abbastanza complicato. Infine a Napoli pare che stia prevalendo la linea De Luca, che non vuole assolutamente appoggiare la candidatura del presidente della Camera Roberto Fico. Francesco Boccia, novello responsabile Enti locali del Nazareno, in missione a Napoli per convincere il presidente della regione Campania, non avrebbe ottenuto quindi granché. Letta sa bene che di qui a ottobre, quando si svolgeranno le elezioni amministrative, saranno passati svariati mesi e attribuire un eventuale insuccesso alla precedente gestione non sarà facile. Anche per questa ragione il segretario del Pd ha deciso di far partire le cosiddette Agorà democratiche in estate e farle andare avanti per un congruo lasso di tempo. Dovrebbero servire a dare un nuovo volto al partito ma serviranno anche a tenere desta l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sui dem: un modo per “pompare” una campagna elettorale che si preannuncia tutt’altro che scontata.

 

Eppure, nonostante il quadro sia questo, Letta non dispera di riuscire a portare a casa qualche risultato: al Nazareno descrivono un leader molto entusiasta, convinto di poter imprimere al Partito democratico una svolta decisiva. 

 

Sembra incontrare qualche difficoltà anche la strategia di Letta per portare Romano Prodi al Quirinale. La successione a Sergio Mattarella si presenta come una partita complessa e delicata. Sulla carta Prodi non ha un numero di voti che gli assicuri di salire al Colle, nonostante i franchi tiratori. Raccontano che l’altro ieri Letta abbia chiesto a Renzi l’impegno a giocare la partita del Quirinale con la maglia del centrosinistra, ma dicono anche che quella rassicurazione il segretario del Partito democratico non l’abbia avuta… 

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