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La politica prova a rispondere ai ristoratori sulle riaperture

Alcune associazioni chiedono di riaprire a pranzo a cena, dal 7 aprile. Le posizioni di Boldrini, Gasparri, Meloni, Salvini

Francesco Cocco

I ristoranti riaprano a pranzo a cena, dal 7 aprile, indipendentemente da quello che il governo deciderà nel prossimo decreto anticovid. È questa l'iniziativa di alcune associazioni di ristoratori, tra cui il Mio (Movimento Imprese Ospitalità). Lo spiega il suo presidente, Paolo Bianchini: "I costi fissi corrono, ma gli incassi sono fermi a ottobre. Abbiamo un solo modo per salvare le nostre aziende e la dignità di padri e madri di famiglia che hanno ormai difficoltà a comprare il pranzo e la cena per i propri figli". E chiede una regolamentazione che dopo Pasqua preveda chiusure selettive dove ci sono focolai ma lasci lavorare "tutta l'Italia che è in sicurezza e tranquillità".

 

Matteo Salvini, segretario della Lega, sceglie il dialogo: "Incontrerò il presidente di queste associazioni per ascoltarne le ragioni". Dall'opposizione, Giorgia Meloni, leader di Fdi, si fa carico delle richieste dei ristoratori: "Le norme sui ristoranti sono state completamente sbagliate, perché nei ristoranti si può garantire il distanziamento". " La disperazione porta a gesti di protesta, se servono a richiamare l'attenzione del mondo politico, li comprendo", commenta Maurizio Gasparri di Forza Italia;  "Se non si può aprire il 7 Aprile, si eroghino fondi adeguati", aggiunge Gasparri. "Capisco l'ansia di queste persone, la preoccupazione… ma se non mettiamo in sicurezza la salute delle persone, ritarderemo sempre l'arrivo della normalità", è invece la risposta di Laura Boldrini (Pd). 

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