Vittorio Colao, futuro premier quando Draghi sarà eletto capo dello stato, sostiene Milani (foto LaPresse)

innamorato fisso

L'innovazione è una Bentley del '65

Maurizio Milani

Incontri, post e telefonate (intercettate senza permesso, dispiace dirlo) di Vittorio Colao. Dove si scopre che il ministro è amico dell’Opec e ammira Victoria Beckham più delle startup italiane. Un ritratto contromano

Vittorio Colao, ministro dell’Innovazione tecnologica ecc., futuro primo ministro, quando Draghi verrà eletto capo dello stato: vediamo le sue foto sui social e pubblichiamo qualche bella telefonata intercettata senza permesso della magistratura. Dispiace dirlo.

La prima foto la peschiamo sul blog di Grillo: il dottor Colao vicino a una cabina del telefono con gettoniera. E’ una foto in cui il ministro era al mare a Barletta, siamo negli anni Settanta. Una cabina simile è oggi nel suo ufficio di ministro a Roma, è la stessa che aveva a Londra quando era amministratore delegato di Vodafone. 

La seconda foto è postata sul profilo Facebook di Antonio Pigafetta, dove qualcuno insinua si celi il nuovo ministro. Colao seduto alla scrivania con un fax (modello di impronta Sip) e un telefono grigio a disco di bachelite. Non tutti sanno che il ministro è uno dei più grandi collezionisti di telefoni vintage. Sia fissi che mobili. Ieri ha messo tutto in vendita su Ebay. Il ricavato (circa 10 milioni di sterline) è stato devoluto a Carlin Petrini tramite Slow Food. Questi li ha subito usati per coprire decine di ettari di terreno agricolo con pannelli solari. In effetti il panorama è migliorato rispetto agli aranceti che c’erano prima. Dobbiamo andare su Google e vedere “immagini” per poter commentare qualcosa (non avendo ufficialmente Colao social network).

Vittorio Colao al forum Ambrosetti a Cernobbio nel 2015. Nella foto è insieme a Marotta Giuseppe, attuale dirigente dell’Inter. Il colloquio è intercettato, sono sulla terrazza di villa d’Este.
Marotta: “Domani in questo splendido scenario c’è l’esposizione delle auto d’epoca più belle del mondo”.
Colao: “Lo so, partecipo con la mia Bentley Continental del ‘65”.
Marotta: “Me la fai provare?”.
Colao: “Certo, la tengo già pronta qui, in un parcheggio a Como”.
Marotta: “E’ quello vicino alla stazione?”.
Colao: “Sì! Come fai a saperlo?”.
Marotta: “C’è solo quello!”.
Escono dall’hotel per cui la intercettazione termina. Sappiamo dalle cronache sul quotidiano La Provincia che una Bentley guidata da Beppe Marotta in curva non ha “tenuto” e ha buttato giù il cancello del XVIII secolo di villa Carlotta. L’autista e il suo passeggero, incolumi, sono finiti sull’aiuola centrale della villa. Hanno buttato all’aria il lavoro del vivaista che aveva appena messo a dimora delle primule arrivate da Stoccarda.

Altra immagine che testimonia la passione del ministro Colao per i tempi passati. In vespa Piaggio con Jerry Calà. Entrambi senza casco (allora non era obbligatorio). La foto trovata sul profilo dei Gatti di vicolo Miracoli è stata scattata in Versilia, durante le riprese del mitico film “Sapore di Mare”. Colao era compagno di università del regista a Brescia (anche se non è vero, così c’è scritto sotto la foto).

Passiamo oltre. Colao insieme a Giuseppe Conte in Maremma in un casolare. Qualcuno ipotizza che sia l’incontro preparatorio per lasciare il loro partito che i sondaggi danno al 25 per cento.

Colao visita il terminal all’aeroporto di Catania. In qualità di ministro dichiara che la flotta converrà ridimensionarla, anzi. Molti applausi. Intanto che è sull’isola prende il treno Catania-Ragusa. Arriva dopo diverse ore. Ai passeggeri che gli chiedono un raddoppio della linea Colao risponde: “Certo, ma la competenza è del ministro dei Trasporti, ecco il suo numero di cellulare”. Dicendo così dà a tutti il numero di cellulare di Enrico Giovannini. 
Colao prosegue per Gela e visita il polo petrolchimico. Una delegazione di Legambiente lo riceve: “Ministro benvenuto, può far qualcosa per bonificare almeno parte di quest’area?”.
Colao: “Ma certo! Ecco il numero di cellulare del mio collega Roberto Cingolani, ministro della Transizione green”.
Legambiente: “Grazie! Gentilissimo!”.
Colao: “Dovere! Come sapete vorrei fare di più ma non posso ‘sconfinare’ nelle competenze di un altro dicastero”.
Legambiente: “Sì! La capiamo benissimo ma va già bene così”.
Colao: “Ragazzi, telefonate subito”.
Legambiente: “Non lo disturbiamo a quest’ora”.
Colao: “No! E’ il suo lavoro! Quale disturbo, forza, chiamate subito”.

Colao in qualità di ministro in giornata, tramite elicottero della Forestale visita tutti i parchi eolici presenti in Italia. Inizia a Castiglione Messer Marino (Chieti), Fraine (Ch) e Montazzoli (Ch). Il ministro subito si stupisce: “Ma cosa sono, tutti in provincia di Chieti?”.
Il prefetto: “Sì! Il 95 per cento dei parchi eolici del nostro paese sono qui”.
Colao: “Smontiamo metà di questi e ripristiniamo l’antico paesaggio”.
Direttore parchi eolici: “Ministro, dove li impiantiamo quando saranno tirati giù?”.
Colao: “Per adesso metteteli nel magazzino comunale di Chieti, poi con calma decideremo dove installarli”. 
Direttore parchi eolici: “Ha già un’idea?”.
Colao: “Sì, penso sul lago Maggiore”.
Direttore parchi eolici: “Per il deposito delle pale e delle torri smontate chiama lei il sindaco di Chieti!”.
Colao: “Per cosa!? Scusi!?”.
Direttore parchi eolici: “Per avere il permesso del sindaco di Chieti a usare il magazzino del comune”.
Colao: “Ma quale permesso! Smontate tutto e lasciateli davanti al magazzino, senza avvertire. Appena li trovano saranno loro stessi a tirarli dentro in magazzino. I rotori delle pale li possono vendere all’Ansaldo. Il ricavato può benissimo essere scritto nel bilancio della città di Chieti. Senta a tale scopo il segretario comunale. Arrivederci e grazie.

Colao riceve una delegazione delle startup del nostro paese.
Colao: “Ragazzi, vi parlo francamente, fino a oggi siete costati più allo stato voi che quello che avete prodotto in termini di brevetti internazionali ecc.”.
Rappresentante degli startupper: “Ministro? Si spieghi meglio!”.
Colao: “Tutti gli stati del mondo, tranne il Burundi e noi, hanno una startup che fattura un miliardo di euro. Noi ci limitiamo a fare degli inutili automi che giocano a football come deficienti (sono lentissimi). Per realizzarli lo stato vi ha dato decine di milioni di contributi e le ditte di videogiochi a cui è stata proposta questa ‘pirlata’, scusate la parola, non ci hanno risposto. Anzi una sì. La Nintendo. Ecco la lettera arrivata oggi al ministero: ‘Gent.mo signor ministro, abbiamo ricevuto la proposta d’acquisto di mille piccoli robot che giocano a calcio da una vostra startup di Genova. Potrebbe dire agli ingegneri che hanno ideato quella bella stupidata che a noi non solo non interessa, ma riteniamo consigliare di indirizzare i loro studi a lavori speculativi e redditizi. Cordiali saluti.
P.S.Scusi ma ci siamo vergognati! Dov’è finita l’inventiva italica?’”.
Sentito ciò gli startupper sono fuggiti dal ministero e si sono dati al bagarinaggio davanti allo stadio del Cesena, l’unico rimasto a non avere bagarini davanti. Da oggi anche lui, sì. 

Colao interviene a Vienna all’assemblea dell’Opec. Ecco il suo discorso molto apprezzato. “Amici del Golfo Persico, amici della British Petroleum, amici della Shell, della Mobil, amici tutti… l’Italia non ha nessuna intenzione, in questo secolo, di convertire la sua economia e la sua industria in green. State tranquilli, anzi, l’acquisto di greggio aumenterà sotto l’attuale governo. Certo, per accontentare quegli illusi dei Cinque stelle… ma non scherziamo! Cosa facciamo? Chiudiamo le poche fabbriche rimaste per allevare la pezzata senese? Anche l’auto elettrica, ma chi la vuole. I concessionari sono pieni di auto elettriche usate e date in permuta. Avevano acquistato tale auto, l’hanno tenuta per un po’ per poi darla ‘dentro’ e tornare a un modello diesel o benzina (le migliori)”.
Un delegato Opec: “Parole! Parole! Ma a me sembra che il governo italiano stia spingendo per riconvertire molto velocemente…”.
Colao: “Falso!”.
Delegato Opec: “Ministro! Ci dia una prova concreta!”.
Colao: “Ieri ho visitato una ditta che brucia copertoni di pullman per creare energia. Per legge andrebbe multata. Noi invece gli forniremo copertoni anche di ruspe e macchine movimento terra”.
Delegato Opec: “Se è così mi scuso!”.
Colao: “Niente, si figuri! Può capitare, anzi mi piacciono le critiche costruttive”.
Un giornalista: “Scusi, ma quella ditta non produce una nube tossica nel bruciare i copertoni dei pullman?”.
Colao: “Non esageriamo con il catastrofismo! Allora con le emissioni dell’Etna, che un giorno sì e l’altro no sbatte fuori miliardi di tonnellate di CO2 cosa facciamo? Cementiamo la bocca del cratere?”.
Giornalista: “Poi ‘spurga’ dai fianchi”.
Colao: “Infatti, poi erutta da altre bocche laterali, per cui andiamo avanti con i combustibili fossili – fanno meno danni dei vulcani in natura”.
Lungo applauso in piedi dei delegati Opec. Invito ufficiale a Riad per Colao.

Telefonata tra Draghi e Colao (intercettata dalla procura di Trani).
Colao: “Mario, l’Arabia saudita mi ha invitato a Riad”.
Draghi: “A far cosa?”.
Colao: “Per ringraziarmi in merito al piano energetico nazionale”.
Draghi: “Sì, ma doveva rimanere segreto”.
Colao: “Mario! Con i social ecc. non rimane segreto più niente, meglio che siamo noi a dirlo”.
Draghi: “Certo, certo, ma non vorrei che Di Maio si offendesse”.
Colao: “Ma sarà lui capo-delegazione nel Golfo!”.
Draghi: “Non so, vedi tu, al limite per toglierti dagli impicci dagli il numero di cellulare di Franceschini”.
Colao: “A chi? Scusa?”.
Draghi: “A quelli dell’Opec: dobbiamo inventarci che andiamo lì come museo degli Uffizi per scambio culturale e prestito opere del nostro Rinascimento ecc.”.
Colao: “Ottimo, mando subito un whatsapp al segretario Opec con il numero di cellulare di Franceschini”.
Draghi; “Non usare Whatsapp (con rispetto parlando). Usa Telegram, c’è più privacy”.
Colao: “Dici?”.
Draghi: “Non so… l’ho letto sul sito di Natalino Balasso”.
Colao: “Allora siamo a posto, quel blog è uno dei dieci più autorevoli sul pianeta”.
Draghi: “Più della France Press?”.
Colao: “No! La France Press è la numero uno al mondo come autorevolezza e verifica delle notizie”.
Draghi: “Ciao Vittorio, come smartphone vorrei comprare un Huawei, tu cosa dici?”.
Colao: “Ottimo! Vai tranquillo Mario!”.

Colao a Londra incontra la comunità italiana, per la maggior parte barbieri o operatori finanziari nella City. Alcune domande: “Ministro, possiamo stare tranquilli? Siamo qui da anni, ma con la Brexit…”.
Colao: “Sì! Non c’è nessun problema, anzi, per rendervi ancora più sereni vi do il numero di cellulare del ministro Andrea Orlando”.
Italiani a Londra: “Grazie! Possiamo chiamarlo adesso?”.
Colao: “Adesso no perché è a Saturnia per una vertenza sindacale a favore dei lavoratori delle terme. Chiamatelo tra qualche minuto circa”.
Un pizzaiolo: “Ministro! Gentilmente può darmi il cellulare di Maria Elena Boschi?”.
Colao: “Non l’ho in agenda! Un attimo che telefono alla Mariastella Gelmini”.
Pizzaiolo: “Mi dia quello della Gelmini, gentilmente”.
Colao: “Eccolo, amici italo-londinesi. In effetti Londra e la Gran Bretagna è la 21esima regione italiana per numero di abitanti, per cui potete rivolgervi a lei come ministro preposto al coordinamento stato-regioni.
Domanda di un netturbino di Birmingham: “Ministro, cosa ne pensa di introdurre in Italia un chip personale per ogni bidone della spazzatura di modo da identificare chi non fa correttamente la differenziata?”.
Colao: “Perché? Voi a Birmingham l’avete?”.
Netturbino: “Certo! Da anni!”.
Colao: “Per noi è un po’ presto per essere così fiscali con i cittadini, comunque le do il numero di cellulare del primo ministro. Ha appena cambiato cellulare”.
Delegato italiani a Londra: “Che marca ha scelto?”.
Colao: “Un Huawei!”.
Delegato italiani a Londra: “Ottima scelta! Votiamo lui quando c’è l’elezione diretta del capo dello stato!”.
Colao: “Perché? Sapete qualcosa in merito alla trasformazione del nostro paese da Repubblica parlamentare a presidenziale?”.
Delegato: “No! Sappiamo quanto lei ministro! Era solo un auspicio!”.
Colao: “Non corriamo troppo con i cambiamenti. A proposito amici: siete per il proporzionale o per il maggioritario?”.
Tutti: “Il maggioritario a doppio turno alla Zambesi”.
Colao: “Non ho mai sentito questo modello elettorale, vi do il numero di cellulare del ministro per le Riforme”.
Italiani: “No! No! Lasci stare, non è nelle nostre priorità di italiani all’estero”.
Colao: “Cosa vi interessa, il 5G?”.
Italiani: “Le diamo il numero di cellulare di Victoria Beckham. Chieda a lei. Quello che dice lei per noi va bene”.
Colao: “Ottimo! La chiamo subito, o dite che la disturbo?”.
Italiani: “No ministro, chiami, chiami. Al limite se è in doccia non risponde”.
Colao: “Allora per sicurezza vi lascio il mio numero. Giratelo a Victoria. Ditele che sono sempre stato innamorato di lei, dai tempi in cui faceva lo spot Vodafone a Tahiti”.
 

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.