"Il professore presidente"

Il ritorno di Brunetta alla Pa. Il funambolo scaccia fannulloni

Silvio Berlusconi che ha un debole per lui lo ha suggerito a Mario Draghi

Carmelo Caruso

E' la vera sorpresa di governo. Torna alla Pubblica amministrazione dove si rese protagonista per la sua crociata. Capace di fare il bastian contrario e di schierarsi contro le derive di destra. E' stato premiato da Berlusconi

Spericolato, instancabile, insostituibile. E’ il più veloce di tutti. Era draghiano prima di Mario Draghi, più berlusconiano di Silvio Berlusconi (“io sono il suo interprete autentico”) e quando serviva lo ha avvisato: “Caro Silvio, mi è amica la verità. Noi siamo i moderati”. Diamine! Come dargli torto. Se Fi torna protagonista è anche merito suo. Era già pronto a qualsiasi nuova formula di governo. Si era candidato a partecipare a qualsiasi esecutivo di salvezza nazionale quando era ancora in salute il governo di Giuseppe Conte. Aveva apprezzato Luigi Di Maio anzi se ne era innamorato: “Io provo un’ammirazione profonda. Bravo! Sta crescendo”. Sarà davvero il governo dei migliori perché al suo interno ci sarà il funambolo d’Italia, il vero “presidente, professore” Renato Brunetta. Tutti gli altri sono solo delle copie.

 

Ha già pronte tante idee, è l’unico che sa come stanare “il dottore fuori stanza”. Insomma, tremate! Grazie a Mario Draghi si è ripreso quel dicastero che lo ha reso la paura degli statali: “Attenti, arriva”. Ha convinto Berlusconi a metterlo nella rosa dei ministrabili e sapete come? Quando è tornato a Roma per incontrare il premier incaricato, mentre tutti lo corteggiavano, mentre tutti lo ammiravano e lo lusingavano “sei una star, sei il più bravo”, “Renatino” si è fatto un po’ da parte e lo ha guardato meglio per prenderselo tutto. Ha esclamato: “Come è bello! E’ questo il più bel regalo che potessi ricevere. Ho avuto la possibilità di rivederlo ancora”. Come si fa a non amare un amico così? Dicono che una volta, quando una parte di Forza Italia voleva portargli via un incarico di partito, Brunetta, per convincere Berlusconi, si sia steso a terra: “Puoi passare oltre ma tu sai che ho ragione io”.

 

Naturalmente Berlusconi lo ha abbracciato. E’ vero che litiga con i giornalisti, è vero che manda al diavolo direttori, ma lo fa per troppa passione socialista. E’ un uomo di mare e di umori e dunque anche di malumori. Quando dialetticamente capisce di aver superato il livello Brunetta manda messaggi tenerissimi: “Facciamo pace?”. Tutto gli è perdonato. Brunettiano fa ormai parte del lessico. E’ il modo di rispondere non del presuntuoso ma del sicurissimo di sé: “Sono il più bravo perché io studio”. Vuole fare tutto lui e quindi non accetta i fannulloni, i pigri che perdono tempo. E’ convinto che gli sia stato portato via il Nobel per l’Economia che invece meriterebbe.

 

Di sicuro gli andrebbe assegnato quello per testardaggine. E’ così bravo a scrivere che si intervisterebbe e si darebbe le risposte. Del resto, è il metodo che preferisce: “Silenzio e ascolti. Prenda appunti”. E somiglia un po’ a Carmelo Bene che diceva “non si informi ma si disinformi”. Quando in Forza Italia era forte il vento leghista ha avuto il coraggio di spiegare che non era quella la direzione. Sul Mes si è schierato per primo: “Va preso”. La provvidenza, se esiste, ha un debole per lui. Voleva spostare Forza Italia dalla Lega e invece è la Lega che si è spostata verso Forza Italia. Brunetta direbbe che non è merito della provvidenza. Lui scriverebbe: “E’ la prova che Brunetta aveva ragione”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio