Ipotesi sulla ferocia dei morsi di Renzi
Continuando così, il suo piccolo ambizioso partito di propulsione riformista non si schioda da un consenso irrisorio. La giravolta possibile è il voto anticipato in regime di pandemia. Scenari di un azzardo
Non sottovaluterei Renzi in atto di mordere. La prima possibilità è che faccia il suo mestiere, come avviene nelle repubbliche parlamentari, e voglia dare valore al suo potere di coalizione (senza i suoi voti il governo non ha la maggioranza). Può avere obiettivi minori, per esempio un accordo di programma nuovo, con nuove personalità a lui più affini per l’amministrazione meno esclusiva (Conte + Gualtieri) del Recovery Fund. Oppure può cercare di forzare un rimpasto, sapendo che è difficile sostituire Conte come punto di equilibrio ma è possibile metterlo in discussione e condizionarlo con un nuovo esecutivo (i vice eccetera). In questo quadro all’ex presidente del Consiglio, che pare alla ricerca di una postazione politica utile e durevole, come la carica, si dice, di segretario generale della Nato, potrebbe servire un passaggio istituzionale personale (ministero della Difesa). Niente di scandaloso o di impalatabile. Sembra tutto ordinaria procedura in situazione straordinaria. C’è però un particolare a suo modo diabolico da considerare. Che cosa dà a Renzi la spinta o la forza per far valere le sue ragioni, partendo da una condizione minoritaria nei sondaggi e di notevole isolamento nella maggioranza che contribuì a fondare con la sua manovra anti Salvini del tempo del Papeete?
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.