Il caso

Natale, Pd diviso. Marcucci: sì ai ricongiungimenti. No di Zingaretti e Franceschini

Tensione al Nazareno in attesa del varo del nuovo decreto. Sul tavolo l'apertura dei ristoranti e l'incontro tra genitori e figli che abitano in regioni diverse

Redazione

Polemica tra i dem in vista del prossimo dpcm che comprenderà le limitazioni durante le feste. Il capogruppo in Senato apre a misure più leggere, ma il segretario e il capo delegazione lo smentiscono 

Ancora in Senato. Ancora una volta. Il Pd sbanda e si divide. O meglio: il capogruppo Andrea Marcucci apre il tema dei ricongiungimenti a Natale delle famiglie e del Nazareno esce un'altra linea. La polemica è così alta che dopo Nicola Zingaretti deve intervenire anche il capodelegazione Dario Franceschini. Gli uomini più vicini al segretario aprono le braccia: "Ancora una volta Marcucci è più in sintonia con Italia viva di Matteo Renzi che con noi".

Ma cosa ha detto il capogruppo a Palazzo Madama? In vista del prossimo Dpcm, dopo aver incontrato il premier Conte e il ministro Speranza con gli altri capigruppo, ha dichiarato: "Sui ristoranti aperti a Natale e Capodanno va definita l'utenza a livello territoriale, per cui ad esempio un ristorante a Roma è aperto per tutti e chi abita a Roma può scegliere fra tanti locali, in un comune piccolo non è così. Abbiamo sottolineato che ci sono cittadini delle grandi città che possono muoversi e altri che non possono farlo e avere i servizi". Altra richiesta - ha concluso il senatore - è di dare attenzione ai ricongiungimenti familiari di primo grado come genitori e figli anche tra Regioni, ma è un tema delicato". 

 

Appena lette queste parole Zingaretti è stato abbastanza netto ed è andato in direzione opposta rispetto al suo capogruppo: "Condivido le scelte in merito alle festività compiute dal Governo e illustrate oggi dal Ministro Speranza al Senato.  Se vogliamo tornare a vivere non possiamo in alcun modo vanificare gli sforzi fatti in queste settimane dagli italiani. Ho già detto che errare è umano ma perseverare è diabolico. Come abbiamo visto ormai per due volte la curva è dominata se ci sono regole di contenimento che vengono rispettate; questo è costato restrizioni e sacrifici a tutti. Ora occorre un impegno corale per salvare il Paese e non tornare indietro".

A mettere la pietra tombale  (forse) su questa vicenda c'ha pensato Franceschini, l'anima più rigorista e prudente non solo del Pd, ma di tutto il governo. "Io condivido totalmente la linea del ministro Speranza, che e' il frutto di un confronto approfondito nel governo e parte della certezza che solo sacrifici durante le vacanze natalizie potranno evitare una terza ondata di contagi".

 

 

 

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