Quando Morra diceva: "Dovremmo trattare con rispetto e dignità i malati oncologici"

"Dovremmo permettere di vivere con serenità la malattia oncologica, con la speranza di essere trattati con rispetto e con dignità", diceva Nicola Morra durante il suo intervento al Senato in ricordo di Jole Santelli

    "Dovremmo permettere di vivere con serenità la malattia oncologica, con la speranza di essere trattati con rispetto e con dignità", diceva Nicola Morra durante il suo intervento al Senato in ricordo di Jole Santelli, il 15 ottobre scorso. Oggi, ospite di Radio Capital, il presidente grillino della commissione antimafia ha detto, invece: "Sarò politicamente scorretto, ma era noto a tutti che la presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso”. Parole che hanno generato un terremoto politico, con richieste di dimissioni da parte delle opposizioni e dure critiche arrivate sia dalle fila del Pd sia da esponenti del suo stesso partito, il Movimento 5 stelle. "Per Morra i malati oncologici sono persone di serie B?”, ha attaccato la capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini. “Le parole di Morra rappresentano un’offesa per tutti i malati oncologici”, ha aggiuntio Antonio Tajani.

     

    "Personalmente - diceva Morra un mese fa - ho conosciuto Jole Santelli grazie o se volete a causa di questa esperienza politica, pur essendo cittadino della stessa citàà della quale era amministratrice. Abbiamo avuto posizioni politiche diversissime e contrapposizioni feroci. E' stata vicepresidente della commissione antimafia e quindi ha fatto parte dell'ufficio di presidenza condividendo la responsabilità di promuovere il contrasto a dinamiche non democratiche. Sono p'unico maschio che però oggi interviene. Jole Santelli ha, mi piace usare il presente, 51 anni per un tumore femminile in una città che non riesce ancora oggi a garantire ai suoi abitanti un livello di assistenza dignitoso, soprattutto per pazienti oncologici. Conosco sue compagne di combattimento che hanno fatto la chemio con lei, sia medici e infermieri che sono stati con lei in giornate che nessuno augura a un altro. Il diritto alla salute, soprattutto per donne che decidono di affrontare la sfida politica, deve essere garantito a tutto tondo. Le condizioni di Jole si sono anche aggravate causa lo stress di una vita che troppe volte è incentrata sulla mancanza di rispetto, in cui si fanno tranelli in mancanza di argomentazioni politiche. Da questa morte tutti noi possiamo essere chiamati a scegliere davanti a un bivio: o usare come memento ciò che è avvenuto, anche a tutela degli altri. Iin Calabria dobbiamo ancora realizzare registro tumori, abbiamo un'emergenza sanitaria, abbiamo tanti oncologi che lavorano in altre parti d'Italia ma abbiamo difficoltà a fare curare i nostri malati in Calabria. Credo che Jole sarebbe stata d'accordo su questo: non si può far finta di nulla se chi ti vive accanto no0n sta bene. In Calabria c'è un'emergenza cronica, il che è un paradosso. Noi tutti dovremmo permettere a tante donne che hanno anche meno di 51 anni di poter vivere con serenità la malattia oncologica, con la speranza di essere trattati con rispetto e con dignità".