Dal generale Cotticelli, probabilmente drogato a sua insaputa in Calabria, al vice questore Tiani che pubblicizza l’amuleto per scacciare i virus in Puglia. Il meccanismo che porta personaggi del genere in ruoli di responsabilità è lo stesso: quando c’è casino e un po’ di inchieste, come nella sanità calabrese o in InnovaPuglia, la politica pensa di risolvere tutto mettendo uno sbirro
Una scena comica in un momento tragico: la pubblicizzazione alla Camera dei deputati, in piena seconda ondata, di un talismano contro il Covid. E’ stato un po’ come vedere un Maurizio Mosca nella performance del pendolino con l’accento del Lino Banfi di “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”. Davanti alla commissione Affari costituzionali, Giuseppe Tiani si toglie dal collo un medaglione, descritto come “un micropurificatore d’aria di tecnologia israeliana che costa 50 euro”, lo mostra ai deputati e lasciandolo oscillare dice che questo oggetto “per un metro cubo attorno alla persona genera dei cationi che inibiscono qualsiasi virus. Andrebbe distribuito alle forze di polizia e a tutti i sanitari, ci darebbe una mano a combattere il virus con la tecnologia”.
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