Editoriali
Protestare, sì. Disobbedire, no
La sfida alla salute pubblica delle regioni che politicizzano la pandemia
Il dissenso delle regioni che sono state messe in una situazione di quarantena più rigida (e della Campania il cui presidente invece avrebbe preferito regole più rigide) è discutibile ma legittimo, purché non superi i limiti imposti, oltre che dalle norme, dall’esigenza di non vanificare gli sforzi e i sacrifici necessari per combattere l’espansione del virus. È comprensibile che i governatori dissenzienti attribuiscano al governo centrale la responsabilità dei ritardi e della imprevidenza che hanno reso così difficile affrontare la nuova ondata di contagi, com’è comprensibile che il governo, al contrario, sottolinei i ritardi delle regioni sulla stessa materia: discutere, criticare, persino protestare fa parte della dialettica tra istituzioni e tra forze politiche che è naturale nella vita democratica.
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