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Editoriali

Cambiare schema al governo

Coinvolgere le opposizioni, non isolarsi. Da dove passa la fase tre

Il governo, in questa situazione, non si può cambiare. Pensare che si possa aprire una fase comunque complessa di consultazioni, con l’esecutivo che deve limitarsi all’ordinaria amministrazione, quando sono indispensabili interventi straordinari, è una follia. Se ne rendono conto, in realtà, anche le formazioni di opposizione, che lamentano la mancata offerta di collaborazione ma di fatto non puntano più a una crisi. Però al governo qualcosa non funziona: le improvvisazioni e le incertezze, che erano comprensibili e tollerabili sei mesi fa, quando il virus era imprevedibile, ora risultano insopportabili. Il punto non è se il governo deve cambiare ma cosa deve cambiare per non continuare a emanare decreti controversi nella stessa maggioranza senza trovare e nemmeno cercare un rapporto con le categorie sociali, con gli altri livelli istituzionali, con l’opposizione parlamentare. L’emergenza continuerà a lungo, i segnali non sono affatto incoraggianti, quindi bisogna ragionare in termini di medio periodo, senza presunzioni di autosufficienza o pigli caporaleschi.

 

E’ necessario soprattutto riannodare un rapporto di fiducia tra la popolazione e le istituzioni, il che richiede il massimo possibile di unità e di corresponsabilità (e se l’appello lanciato ieri alle opposizioni dal segretario del Pd Nicola Zingaretti venisse accolto sarebbe un buon successo: per cambiare schema e condividere decisioni e responsabilità). Se pressoché tutte le rappresentanze sociali sono insoddisfatte non solo delle scelte ma dell’assenza di interlocuzione, se le regioni, comprese quelle di segno politico simile a quello del governo, scalpitano, se non si riesce a garantire il sacrosanto diritto a manifestare pacificamente senza subire le infiltrazioni di estremisti violenti, vuol dire che il filo della fiducia si sta indebolendo e che si può spezzare definitivamente, con l’effetto di debilitare la principale risorsa, la disciplina sociale volontaria, che ha permesso nel recente passato di affrontare la sfida della pandemia in modo ordinato. Il governo, nella sua fase 3, deve capire che la sua inamovibilità non è una garanzia, al contrario è una responsabilità in più, alla quale deve far fronte cambiando il suo modo di lavorare.

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