Il caso

Il duello Giani-Renzi sulla giunta della Toscana

Il neo presidente presenta soltanto 7 degli 8 assessori, manca ancora Italia viva

David Allegranti

Eugenio Giani ha annunciato i membri della giunta, tranne uno, ma non ha comunicato le deleghe. L'assessore alla Salute potrebbe essere Simone Bezzini, che non ha competenze specifiche in materia

La giunta Giani c’è, o quasi. Il neo presidente della Regione Toscana ha annunciato lunedì sera, durante la prima seduta della nuova legislatura, 7 degli 8 nomi dei suoi assessori.

  

Italia viva, per il momento, è fuori dal governo regionale ma Eugenio Giani spera nell’arrivo dei renziani entro la settimana. Non ci sono ancora le deleghe ma la vicepresidente della Regione dovrebbe essere Alessandra Nardini. In giunta ci sarà Simone Bezzini, consigliere regionale uscente ed ex presidente della provincia di Siena. Potrebbe diventare assessore alla Salute, nonostante nel curriculum da dirigente di partito non compaiano competenze specifiche sulla sanità. Non il massimo in un momento così delicato di emergenza sanitaria.

 

Dentro anche Serena Spinelli, Leonardo Marras (campione di preferenze nel grossetano), Stefano Ciuoffo, Monia Monni e Stefano Baccelli.

 

Giani ha anche scelto alcuni consiglieri delegati: Gianni Anselmi, Giacomo Bugliani e il giovane Iacopo Melio, che avrà la delega alle tematiche dei diritti e della lotta alle diseguaglianze.

 

Mercoledì ci sarà il voto di fiducia e il neo presidente si prende fino a giovedì per assegnare l’ultima delega, quella che Giani spera di dare a Italia viva. “Si sviluppa in questi due giorni un dibattito con quella componente che ritengo importante, essenziale e che mi ha portato a essere presidente, mi riferisco agli amici di Italia viva. Vorrei poter concordare con loro da qui a mercoledì un ulteriore nome e che possa esservi quella presenza politica che auspico fortemente”.

 

Il partito di Renzi, intanto, ha portato a casa la vicepresidenza del Consiglio regionale, con un altro senese, Stefano Scaramelli. “Sono contento del passo fatto e sono convinto che si concretizzerà con l'indicazione dell’ulteriore nome in Giunta”, ha detto Giani, che ha rivolto un messaggio anche ai Cinque stelle: “A loro ci unisce la comune valutazione nel governo del Paese e conseguentemente vi è una particolare volontà di dialogo”.

 

Giani poi vorrebbe presentare un disegno di legge per istituire la figura del sottosegretario alla presidenza della Regione. Intende “sfruttare al massimo il numero degli assessori. Oggi in Toscana sono 8, ma secondo i termini nazionali potrebbero essere nove. Potrei usare questa possibilità più avanti”. Una casella in più che potrebbe essergli utile per risolvere qualche discussione nel Pd toscano, dove le correnti si sono fatte una dura battaglia negli ultimi giorni proprio per decidere chi mandare in giunta. Il presidente del consiglio regionale invece è Antonio Mazzeo, eletto come successore dello stesso Giani. Lucano, da tanti anni a Pisa, ex renziano. Come tanti, è rimasto nel Pd. Oggi è vicino a Luca Lotti, che lo ha caldeggiato per fargli ricoprire un ruolo di rilievo. Fuori dalla giunta invece i due ex assessori eletti della giunta Nardella, il vice sindaco Cristina Giachi e Andrea Vannucci. Il sindaco di Firenze aveva chiesto un riconoscimento per la città che ha contribuito nettamente a eleggere Giani, è possibile che la scelta ricada su ruoli più politici. Gli unici a essere rimasti.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.