I quasi cinque anni bellissimi (si fa per dire) di Appendino
La città si è impoverita culturalmente e politicamente: ecco che cosa ha fatto e non ha fatto la sindaca di Torino
È quella brava, Chiara Appendino. Quella preparata. O meglio, così veniva presentata nel 2016 prima in campagna elettorale e poi dopo la vittoria – storica, va detto – del M5s a Torino. Così come storica era stata la vittoria grillina a Livorno nel 2014 (poi la città è tornata nelle mani del centrosinistra nel 2019). O a Roma. È tutto storico con il M5s. Solo che – vale per Appendino, Raggi e Nogarin – i Cinque stelle quando li conosci, sindaci e non solo, li eviti. Prendiamo Appendino “quella brava”, appunto, borghese laureata alla Bocconi ma ex elettrice di Sel, “finta incendiaria” (gran definizione di Tempi) con famiglia della cosiddetta “Torino bene”. Si tira fuori dalla corsa per il secondo mandato perché non poteva fare altrimenti, forse pure per fare un favore ai Cinque stelle, che adesso potrebbero schierare un candidato civico.
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- David Allegranti @davidallegranti
David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.