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Delrio e la verità sugli appalti bloccati

Redazione

Tre quarti dei bandi di Anas sono fermo per ricorsi. Colpa delle regole

Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, intervistato dall’agenzia Agi a proposito delle lungaggini che bloccano gli appalti e della “litigiosità” che genera contenziosi infiniti, con una forte penalizzazione di tutto il sistema italiano, ha detto delle cose giuste e sacrosante, in mezzo ad altre quantomeno discutibili.

 

Cominciamo da quelle discutibili. Dice il ministro che gli investimenti fermi in Italia sono colpa, anche, della “grande litigiosità delle imprese che sta bloccando miliardi di lavori”. Sostiene che “quando vanno all’estero” queste imprese “non creano problemi”, mentre quando si tratta di lavorare nel nostro paese, “finiscono per bloccare tutto”. Ma forse la “colpa” non è tutta della litigiosità delle aziende: si tratterebbe di incomprensibile autolesionismo. Forse il problema è che in altri paesi il sistema di gare e di assegnazione è più lineare, trasparente, veloce. Lo sa anche Delrio, che infatti ricorda che “tra il 75 e l’80 per cento dei bandi di gara dell’Anas sono fermati dai ricorsi”. E dunque, annuncia lo stesso ministro che si è al lavoro per predisporre norme atte a “fare in fretta i bandi di gara, assegnare velocemente gli appalti, far ripartire i cantieri”.

 

E’ un nodo essenziale da risolvere, non solo per quel che riguarda Anas, ma per tutti i lavori pubblici la cui inefficienza e costi risultano gonfiati proprio dal “fattore tempo”, più che dalla presunta “litigiosità” delle imprese. La quale, se è esiste, è determinata dalla farraginosità delle norme. Ma a proposito, caro ministro: tutte quelle assurde norme anticorruzione, ma che invece sono soltanto burocrazia, e che tanto piacciono a una parte della sua maggioranza?

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