Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Il vero voto di protesta se lo prende il Cav.

Maurizio Crippa

Un “vaffa” ai grillismi e una linea antisovranista. E pure un favore a Renzi per liberarsi di Pisapia

Solcare a larghe bracciate la baia di Boccadasse, come il Grande Timoniere, per strappare Genova al suo gramo destino rosso, questo forse no. Le nuotate insurrezionali nello Stretto le faceva Beppe Grillo, parlandone politicamente da vivo, ma ormai s’è già affogato da solo, nella sua Genova e pure in Sicilia. Persino lì, piuttosto, votano Leoluca Orlando. Forse nemmeno scenderà a Como in armatura, come Federico imperatore, o a Verona come Radames nell’arena. Seppure sia l’uomo del coup de théâtre. Ma sono tutte città dove domenica il centrodestra unito potrebbe vincere (non la sentivate da tempo questa, eh?) e ringalluzzito il Cavaliere torna in scena, a metterci la faccia. O una nuova maschera, conoscendo il tipo. C’è anche il consueto sondaggio per La7 a dire che gli altri sono tutti in calo, grillini compresi, e a salire c’è solo Forza Italia, al 14 e uno, mai visto negli ultimi due anni. Avanti di un buffo pure alla Lega. E al 32 e sette, il centrodestra unito.

 

Eternamente ringiovanito, rigovernati per buonsenso gli agnellini in una stalla lontana dal televoto e dalle telecamere (pare che adesso pensi più all’Albero delle libertà) e benché la possibilità di candidarsi alle politiche via Strasburgo sia allo zero virgola, Silvio Berlusconi non è soltanto tornato in pista. Ma è anche pronto a raccogliere un tipo di voto, nella sostanza, diverso e nuovo anche per lui. Un bel voto di protesta. O per meglio dire, il vero voto di protesta. Non stiamo scherzando, è qualcosa di peggio: è preveggenza politica.

 

Questo è il giro di giostra del Cav. proporzionalista; pieno di buonsenso europeo (pur con le sue consuete favole, tipo le Am-lire, tipo le flat tax). Anti sfascista, per nulla sovranista. Votare per il suo centrodestra pacifico e vagamente onirico è oggi la vera protesta dell’uomo comune. Del cittadino che non ne può più di grillismi, scie chimiche e città che sprofondano. E questo ha già dato i suoi frutti, a Genova e non solo. Un voto di protesta contro tutto questo casino. Per chi vuole votare un programma di amministrazione, se non buona, almeno non demenziale, ci fosse pure qualche centrista in mezzo. Ma per protesta anche contro Matteo quell’altro, Salvini. Quello che vuole a tutti i costi la leadership per marciare contro l’Europa ma, ora che ci arriva, non troverà più nessuno dei fumosi alleati. Salvini che magari Casaleggio non l’ha incontrato, ma è come se l’avesse. A Verona e a Padova, per stare al burrascosco nord, giocano due partite importanti e le giocano insieme. La rivalità però è tanta. Perché se si vince, la sola idea che Salvini si becchi tutto il merito e la bandiera, al Cavaliere lo manda ai pazzi. E allora niente: vincere bene, domenica, e mettendoci la faccia, per rintuzzare il sovranista. Così chi vota per il Cav. vota persino per protesta contro Giovanni Toti, che rompe le balle sul listone unico. E lo schema vale anche nei confronti del Pd. Che ha sì un timoniere sicuro, ma col casino che gli ribolle attorno, e non sa con chi allearsi, c’è gente che per protesta ha sospeso (quantomeno) di votarlo.

 

L’ennesima esibizione del suo fregolismo ideologico, da Brachetti della politica, diventa oggi la protesta contro gli sfascisti a oltranza. Lui che aveva chiesto responsabilità persino al Parlamento che l’aveva sfanculato. Lui che il conflitto d’interessi, ormai è chiaro a tutti, è una cosa che fa bene al paese, tiene Berlusconi attaccato all’Italia e alla stabilità di governo, alle banche e ai parametri di Mario Draghi. Per legittimo interesse, ovvio, ma senza più nessun conflitto. Persino al cardinale Becciu si riavvicina, ma cauto, “da liberale e da cristiano”. E però bacchetta anche gli sfascisti dello ius soli sgangherato: “E’ giusto integrare chi si sente davvero italiano: chi ama l’Italia, il nostro modo di vivere”. Così che chi protesta contro il multiculty imposto per legge, invece di votare gli energumeni di CasaMeloni può tranquillamente votare la protesta in doppiopetto del Cavaliere.

 

Chi vuole protestare contro lo sfasciume stavolta voterà centrodestra. Anzi proprio Forza Italia. Dopo aver votato Forza Italia perché “è il paese che amo”. Dopo aver votato Forza Italia per mandare a casa l’Ulivo e D’Alema. Dopo aver votato Forza Italia perché boia chi molla, e giù le mani dal Cavaliere quantunque in mutande. Adesso ecco che può capitare di votare Forza Italia per protesta contro gli anti italiani. E, guardando bene. anche per dare una mano a Matteo Renzi. Che se vince il Cav., vedrai che avrà meno da correre dietro a Pisapia, “che pure se la tira”, come dice Verdini, un protestatario di complemento, chiamiamolo così.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"