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Renzi chiarisce il pasticcio su Flixbus

Redazione

La concorrenza non si baratta sul “mercato” della politica locale

E’ appropriato che il segretario del partito di governo, Matteo Renzi, abbia chiarito che “il Pd non vuole fare chiudere Flixbus”. Era necessario in quanto è proprio un emendamento presentato dal Partito democratico alla “manovrina” a minacciare l’operatività sul mercato italiano della multinazionale tedesca (che paga le tasse in Italia) di autobus a basso costo.

 

“La mia posizione, al di là di emendamenti parlamentari su cui non sono d’accordo, è di pieno sostegno per chi viene in Italia per portare elementi di concorrenza”, ha detto l’ex presidente del Consiglio durante la lettura della rassegna stampa mattutina sollecitato da un articolo del Foglio.

L’emendamento che vincola e vieta l’attività di Flixbus a tutela di altre compagnie alle quali fa concorrenza non sarebbe dunque farina del sacco del Pd né di Renzi ma di singoli membri del partito, segnatamente del presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia. Si tratta di un secondo blitz, dopo quello di inizio anno con un emendamento di parlamentari pugliesi del centrodestra (CoR) al Milleproroghe, approvato ma poi disinnescato dal governo con il decreto Enti locali.

 

Dopo avere sentito le parole di Renzi, l’amministratore delegato di Flixbus Italia, Andrea Incondi, 31 anni, intervistato dal foglio.it, confida che si rimedi il prima possibile dato che l’emendamento contrasta anche con i pareri del ministero dei Trasporti e dello Sviluppo economico, con una segnalazione dell’Antitrust e una sentenza del Tar, ma soprattutto con l’opinione dei milioni di utenti che in questi anni hanno usato Flixbus. Sulla “manovrina” è stata posta la questione di fiducia, se giovedì il testo passerà (come sembra) il rimedio dovrà essere immediatamente successivo. Sempre che la legislatura duri abbastanza per farlo.

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