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Perché il prossimo governo avrà bisogno di larghe intese. Parla Brugnaro

David Allegranti

“Serve un’alleanza con chi ci sta”, dice il sindaco di Venezia. “Primo punto: presidiare i confini. Affondiamo i barconi e arrestiamo gli scafisti”

Forza Italia si deve arrendere all’idea che anche il prossimo governo avrà bisogno di larghe, larghissime intese. Parola di Luigi Brugnaro, sindaco “civico” di Venezia, eletto grazie al sostegno del partito di Berlusconi. Lo dice nel giorno in cui al Senato le opposizioni, Forza Italia compresa, si sono alleate per eleggere presidente della commissione Affari costituzionali Salvatore Torrisi, di Ap, contro il senatore del Pd Giorgio Pagliari (poi Alfano ha chiesto a Torrisi di rinunciare alla presidenza, lui ha rifiutato e i renziani hanno parlato di agguato fatto “per mettere un presidio anti Pd sulla legge elettorale”). Un passo falso, non esattamente un viatico al dialogo.

 

“Io auspico un’alleanza trasversale, la più larga possibile”, dice Brugnaro al Foglio. Anche con i Cinque stelle? “Con chi ci sta. Un’alleanza fatta anche di idee diverse, che metta al centro lavoro, progresso, crescita economica. Escludo che Pd e Forza Italia possano fare un’alleanza prima delle elezioni, non credo sia nel loro interesse, ma dopo no, non posso escluderlo. Questo paese è una maionese impazzita”. Ed è impazzita per colpa del risultato referendario. “Guardi, io ho votato Sì al referendum. Non era la migliore riforma possibile, ma sarebbe stata un volano per quelle successive. I cittadini però hanno deciso il contrario, ma il tema resta. Ci siamo ritrovati impantanati col proporzionale; tra liste e listine, ognuno dirà di essere più bravo dell’altro. Ma ai cittadini interessano altre cose. Quali? Brugnaro è un fiume in piena. “Bisogna presidiare i confini. Io sono contrario al ‘venghino signori venghino’ e alle frontiere aperte. Serve un blocco navale al largo della Libia. Per entrare in un paese ci vogliono i permessi, perché un conto sono i rifugiati che scappano dalla guerra, un altro il resto. Lo status deve essere verificato da una commissione, da un funzionario del governo”. 

 

“Dobbiamo affondare i barconi, arrestare gli scafisti. Ho letto oggi di 250 mila persone in arrivo dal mare. Quelli che prima andavano nel nord Europa adesso si fermeranno qui perché hanno chiuso le frontiere. Vede, io non so con chi si devono fare le alleanze, ma la gente capisce da sola quali sono i temi e quali sono i problemi. Perché una nave inglese deve scaricare la gente in Italia? Se la scarichi in Inghilterra! Io a casa mia vorrei comandare, con rispetto, certo, con tutto quel che vuole. Ma vorrei comandare”.

 

Il sindaco di Venezia però, così duro sull’immigrazione, non pensa che l’Unione europea, che pure andrebbe riformata, sia da buttare. “Noi dobbiamo salvare il paese, ma l’Europa è un pilastro fondamentale. Non dobbiamo uscire dall’euro”, dice Brugnaro, che insiste sulla “difesa dei confini. Ma la verità è che facciamo troppi convegni”. Servono azioni concrete, e una “maggioranza trasversale per fare le riforme che non sono state fatte”. La colpa è anche di Matteo Renzi per come ha gestito la campagna elettorale referendaria. “Mi pare sotto gli occhi di tutti; Renzi ha personalizzato il referendum e ha fatto intendere che in gioco c’era il suo futuro politico, non ciò di cui si stava parlando”.

 

Più gente c’è, meglio è – Un’alleanza “trasversale” – il sindaco ripete spesso questa parola – garantirebbe di avere “sensibilità diverse. E più gente diversa c’è, meglio fai. Anche nel confronto con l’Europa. Quando ero giovane, mi ricordo che noi italiani eravamo i più europeisti di tutti. Ci abbiamo creduto molto. Oggi probabilmente lo siamo un po’ meno”. Questo non significa, dice il sindaco, che si debba cedere al populismo, “alle idee che passano al bar. Una classe dirigente, se è seria, deve darsi un obiettivo di traguardo e di benessere. L’Europa ha garantito pace e stabilità per decenni. Magari possiamo dire di non aver usato bene le risorse”. Ma per quanto sbagliata l’Europa, insomma, non si tocca. Con buona pace dei leghisti e dei Cinque stelle.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.