Luigi Di Maio (foto LaPresse)

L'Europa del M5s: Di Maio in peggio

Luciano Capone

Nella tesina sull’Europa che Di Maio ha presentato alla stampa internazionale gli assenti sono logica e coerenza

Roma. “Noi oggi vi presentiamo la nostra Europa, un libro che racconta la nostra idea d’Europa”, dice con tono solenne Luigi Di Maio, affiancato da altri cinque deputati grillini, mentre mostra alla stampa estera un foglio, che rappresenta il “Libro a 5 stelle dei cittadini per l’Europa”. Il momento storico è cruciale, il progetto europeo presenta diverse crepe, le divergenze tra le economie mettono sotto pressione la tenuta dell’unione monetaria e minano la tenuta dell’unione politica, poi ci sono la Brexit, Trump, Putin, Erdogan, la crisi dei migranti e infine le elezioni in Francia, Germania e l’anno prossimo in Italia. A 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma l’opinione pubblica è alla ricerca dei nuovi Adenauer, Martino, Monnet e Spaak.

 

Così alla vigilia delle celebrazioni per i 60 anni della nascita della Comunità economica europea, il Movimento 5 stelle presenta alla stampa internazionale un libro con le proposte per l’Europa del futuro. I corrispondenti esteri sono attenti alle parole del candidato premier in pectore del partito in testa ai sondaggi, ma dopo un’ora di chiacchiere sul “Libro a 5 stelle” un giornalista si alza per dire che il re è nudo: “Oggi presentate un libro, ma io ho avuto solo 15 pagine. Se c’è questo libro possiamo averlo?”. Quando gli hanno spiegato che quei fogli erano il libro, il giornalista della tv franco-tedesca avrà pensato che in Europa dev’essere entrata in crisi anche l’idea di cosa sia un libro. Se si escludono le copertine, l’indice e fogli semivuoti, le paginette del magnum opus grillino sull’Europa non sono 15 ma tre o quattro. Per essere più precisi 13.788 caratteri (spazi, punti e virgole inclusi), quanto una tesina di terza media.

 

Ma la prolissità non è un criterio di qualità, visto che la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America sarà lunga la metà del testo elaborato dal trust di cervelli grillini. Il vero problema del “libro” elaborato dalle migliori menti dei fantastici ragazzi di Beppe è il contenuto. Non c’è un numero, un dato, forse a sottolineare la distanza siderale del M5s dalla “fredda” matematica dei burocrati di Bruxelles. Ma in realtà i grandi assenti del libro sono la logica e la coerenza.

 

Al primo capitolo, che riguarda il mercato unico, il M5s scrive che “Le sostanze pericolose devono poter essere messe al bando quando vi siano valutazioni discordanti da parte della comunità scientifica e in assenza di studi pubblicati e riconosciuti a livello internazionale che garantiscono la salubrità per la salute umana e l’ambiente, in piena applicazione del principio di precauzione”. Un principio così elaborato, pensato dai grillini per le loro battaglie contro sostanze che ritengono probabilmente dannose, in realtà metterebbe fuorilegge tutte le sostanze classificate come cancerogene o probabilmente cancerogene dallo Iarc: tabacco, alcol, carni rosse e lavorate, bevande bollenti, fritture... un elenco di circa 500 agenti.

 

Il M5s vuole mantenere l’unione commerciale, ma lasciando la libertà di vietare prodotti, di rigettare qualsiasi decisione ritenuta lesiva degli interessi di specifiche imprese, intervenendo per bloccare gli “effetti negativi derivanti dall’importazione”, respingendo trattati commerciali internazionali e riducendo “ai minimi termini l’importazione di prodotti concorrenti”. Il “mercato unico riformato” alla grillina è come una “carbonara riformata”: senza uova, senza guanciale e senza pecorino.

 

Il capitolo più ponderoso è quello su “Economia e Unione monetaria”, che propone l’introduzione di procedure “che consentano agli Stati membri di recedere dall’unione monetaria”, procedure che però non vengono specificate, come non si spiega come si vuole “modificare radicalmente l’impianto della governance economica”. Ma il punto forte del “masterplan” presentato da Di Maio è lo smantellamento del “sistema di elusione ed evasione fiscale in Europa”: “E’ inaccettabile che il Lussemburgo, l’Olanda e l’Irlanda continuino a incentivare queste condotte immorali a vantaggio delle multinazionali”. Il governo M5s non solo costringerà tutti gli altri stati europei ad alzare le tasse al livello italiano per porre fine a questa insostenibile “concorrenza sleale”, ma chiederà in questa battaglia di “quantificare il danno” e fare in modo che gli stati danneggiati come l’Italia “siano risarciti dalle multinazionali e dagli Stati colpevoli”. Spezzeremo le reni all’Olanda, all’Irlanda e alla Apple e ci faremo pagare le riparazioni di guerra.

 

Lo stato più nominato dal libro per l’Europa però è extracomunitario, la Russia: si richiede l’immediata rimozione delle sanzioni a Mosca (in contrasto, non si sa perché, con l’idea di non volere accordi commerciali di libero scambio) e la fine della “propaganda dell’Unione europea contro la Russia”. C’è anche un punto concreto: “Divieto dell’obsolescenza programmata dei prodotti”. Ogni manufatto sarà obbligato a durare in eterno, per decreto. Così c’è scritto nella tesina che Luigi Di Maio ha presentato alla stampa internazionale.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali