Massimo Cassano (a destra) con Angelino Alfano (foto via massimocassano.it)

Il sottosegretario Cassano (Ncd) frena: “Al voto nel 2018 con un'alleanza di larghe intese”

David Allegranti

Non c’è fretta: "Prioritario piuttosto, oggi, prendersi cura delle questioni economiche e occupazionali"

Roma. “Io non vedo la necessità urgente di andare al voto adesso. Credo che sia prioritario piuttosto, oggi, prendersi cura delle questioni economiche e occupazionali. La legge elettorale va fatta, ma in maniera tranquilla, non servono accelerazioni per soddisfare le esigenze personali di qualcuno”. Massimo Cassano, senatore di Ncd e sottosegretario al Lavoro, spera che le elezioni politiche si tengano l’anno prossimo, a scadenza naturale. Non c’è fretta, dice. “Peraltro – dice al Foglio – andando a votare non risolveremmo il problema della governabilità del paese, che è diviso in tre: ci sono tre posizioni politiche che hanno più o meno le stesse percentuali. Insisto: non ci sono le condizioni politiche e sociali per andare al voto”. Piuttosto, dice Cassano, “farei un appello alle forze politiche più responsabili di questo paese a dialogare tra di loro e a creare un’alleanza di larghe intese per governare l’Italia. In Italia, in Europa e nel resto del mondo non esistono più centrodestra e centrosinistra. Da noi c’è il M5s, in Francia c’è la Le Pen. Insomma, ci sono movimenti di protesta, non di gestione e di governo. Succede ovunque, anche in Germania e in Inghilterra. Esistono forze di protesta che hanno argomenti molto reali, ma che fanno leva sui problemi e non sulle proposte che servono all’Italia per governare”.


I moderati si sono divisi quando Angelino Alfano si staccò da Forza Italia. Visioni politiche inconciliabili, ma necessarie, dice Cassano. “Ma c’erano motivazioni forti allora: rischiavamo di andare al voto ogni anno e in Spagna abbiamo visto che cos’è successo. Oggi penso che i moderati debbano tornare a dialogare fra di loro per creare una forza politica importante che possa governare, anche con il Pd”. La Lega Nord dunque non è compatibile con questo schieramento di moderati, senatore. “La Lega fa leva sulle disgrazie; un partito che parla di disgrazie ogni giorno e che raccoglie consenso sulle stragi e sugli incidenti non può essere un partito di governo. Peraltro, non è che la Lega non abbia mai governato; ha governato con il centrodestra. Non è cambiata l’Italia, non è cambiato il mondo”. L’epoca dell’uomo solo al comando è finita, dice Cassano, “io credo che oggi servano personalità responsabili, non una persona sola. Non ce l’ha fatta Berlusconi, non ce la farà Renzi, non ce la farà nessuno”.


Cassano è pugliese e conosce molto bene la sua terra, visto che è stato eletto per la prima volta a 19 anni nella Dc. Da qualche tempo la Puglia, con il rinnovato scontro fra Michele Emiliano e Matteo Renzi, è tornata sotto i riflettori, come già avvenuto in passato. Il senatore osserva il duello con distacco, ma è evidente che simpatizza per il segretario del Pd. “Anche quella di Emiliano, in questo momento, è una forma di contestazione interna a un partito, ma non è ancora una proposta politica per l’Italia. Ecco, queste contestazioni servono solo a creare confusione sulle leadership, ma non a risolvere i problemi del paese. Torno al punto iniziale: dobbiamo mettere insieme delle personalità importanti e fare come si faceva nella Prima Repubblica. Non serve un uomo solo ma un gruppo di partiti e di persone per risolvere i problemi dell’Italia. Non è la legge elettorale il problema, ma trovare una soluzione per uscire da questa crisi pericolosa”. Invece, dice Cassano, “in questo periodo si parla solo di legge elettorale e di Pd, mentre invece preoccupa lo stato della disoccupazione, nonostante gli sforzi che stiamo facendo. E’ inutile dimezzare o azzerare le tasse agli imprenditori se non c’è richiesta di prodotti; un lavoratore può anche non costare nulla a un’azienda, ma a che le serve se il fatturato non aumenta. Occupiamoci di questo. Per un anno e mezzo abbiamo discusso di referendum ora di sistema elettorale. Ma così non parliamo dei problemi seri. E facciamo lavorare questo governo finché non si dichiara incapace a risolverli”.

Di più su questi argomenti:
  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.