Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Arriva Mattarella in Indonesia, ecco cosa ci dice il ministro “creativo”

Giulia Pompili
Tra una settimana il presidente della Repubblica sarà il primo presidente italiano ad andare in visita ufficiale a Jakarta, dall’8 all’11 novembre.

Roma. Una popolazione incredibilmente giovane. Un “bonus demografico” dato dall’equilibrio sostanziale tra i giovani e l’insieme dei cittadini in età da lavoro (su un totale di 250 milioni di abitanti). Un milione di nuovi imprenditori previsti entro il 2019, con un potenziale creativo inespresso che fa impallidire la Silicon Valley. Il futuro ingresso nel Trans-Pacific Partnership. Sono questi alcuni dei motivi per cui l’Indonesia, la prima economia del sud-est asiatico, da almeno 11 anni conferma il suo tasso di crescita superiore al 5 per cento, tra i più alti dell’area. 

 

Tra una settimana il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà il primo presidente italiano ad andare in visita ufficiale a Jakarta, dall’8 all’11 novembre. “Certamente il suo arrivo aiuterà le relazioni bilaterali tra Italia e Indonesia”, dice al Foglio il viceministro dell’Economia Rudy Salahuddin, “l’Indonesia considera l’Italia un paese chiave per l’area del Mediterraneo, e lo stesso pensa l’Italia dell’Indonesia nel sud-est asiatico. I due paesi sono un ponte importante per la cooperazione regionale tra l’Ue e l’Asean”. Inoltre, spiega il viceministro, entrambi i paesi hanno importanti lezioni da condividere: “Abbiamo gli stessi obiettivi di pace in medio oriente. E siamo entrambi preoccupati per i diritti umani e impegnati nella lotta al terrorismo fondamentalista. In più, l’Italia ritiene che l’Indonesia possa essere un ponte nelle relazioni tra l’occidente e l’islam”. La prima persona che incontrerà Mattarella in Indonesia sarà il grande imam Ali Mustafa Yaqub, nella moschea Istiqlal di Jakarta. Nel 2010 lo stesso imam accolse Barack e Michelle Obama, Angela Merkel nel 2012 e poi John Kerry nel 2014. Nel 2006 l’imam accolse pure il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e prima di lui Muammar Gheddafi. Dopo l’incontro in moschea, Mattarella andrà alla cattedrale di Santa Maria di Jakarta, dove incontrerà l’arcivescovo Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo.

 

[**Video_box_2**]Il viceministro Salahuddin ricopre, all’interno del dicastero all’Economia, un incarico particolare, quello all’economia creativa. “E’ stato voluto dal presidente Joko Widodo”, spiega Salahuddin, “i recenti disordini nell’economia globale ci hanno fatto capire che non potevamo dipendere dall’economia basata sulle risorse naturale. Dovevamo passare a un’economia ‘rinnovabile’ basata sulla creatività e sull’innovazione. Cerchiamo di valorizzare le idee delle persone, e la scienza, il patrimonio culturale, le tecnologie”. Salahuddin spiega che il ministero si sta muovendo, più o meno, su sedici campi diversi: le applicazioni per smartphone, l’architettura, il design, la moda, i film, la fotografia, l’artigianato, la cucina, la musica, le arti visive, la televisione e la radio. “La chiave dell’economia creativa è usare le risorse locali per aumentare la crescita nel territorio”, dice Salahuddin, e ci spiega che il grande sogno del governo di Jakarta è a Pekalongan, la città della Giava centrale famosa per il batik indonesiano, la tecnica per creare decorazioni su tessuto usando l’impermeabilizzazione a cera. Lo scorso anno Pekalongan è entrata nel network delle città più creative dell’Unesco, ed è quello il simbolo della strategia indonesiana di “usare il proprio potenziale locale come icona e identità” nel mondo. A questo proposito il tema per l’accesso al credito delle imprese è cruciale non soltanto per l’Italia, ma anche per i paesi emergenti. Il 29 e 30 ottobre scorso Salahuddin ha partecipato al seminario internazionale “Access to Finance for Sme’s in Europe and Asia”, organizzato dall’Asian Europe Meeting (Asem), dal ministero degli Esteri italiano e dalla Banca d’Italia in collaborazione con lo Iai. E dunque cosa consiglia a un imprenditore italiano che vorrebbe investire in Indonesia? “Per quanto riguarda l’economia creativa, ci stiamo focalizzando sul settore dei film, delle app e della musica. Ci aspettiamo che gli investimenti sostengano questi settori, anche perché abbiamo un potenziale di mercato enorme e un vivaio di talenti che chiede di attrarre cooperazione e investimenti”. Molti di loro, dice Salahuddin, non hanno le capacità di trasformare la loro creatività in un business, e l’Indonesia vuole adesso il suo incubatore per business e start-up.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.