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Sale piene da Aosta a Palermo

Salvini è patriota a Roma, nordista al nord, sudista al sud e furbetto ovunque

Salvatore Merlo
Siamo la destra che bada al sodo”. Secessione al nord e patriottismo al sud è il sodo? “Non sono contraddizioni”. I tanti (troppi) volti di un aspirante leader federatore raccontati da Borghezio: una musica per ogni orecchio, come il Cav.

Indipendentisti in Veneto, nazionalisti a Roma, meridionalisti in Sicilia, patrioti sul Carso… Un po’ confusi o molto paraculi? “Anche il Risorgimento ognuno lo vedeva a modo suo”, risponde Mario Borghezio. “C’erano quelli della Repubblica romana, e c’erano quelli che volevano Vittorio Emanuele II. Ma il movimento era uno solo”. E insomma Salvini come Mazzini. “Ma sì. Vista da Treviso la Lega è la forza del no al centralismo romano, vista da Roma è invece la liberazione dalla mafia capitale. Noi rappresentiamo tutti gli italiani che hanno… Posso dirlo?”. Si accomodi. “Rappresentiamo gli italiani che ne hanno le palle piene (scusi l’espressione ma io mi esprimo in Borgheziano)”. Ma si figuri. “Siamo la destra che bada al sodo”. Secessione al nord e patriottismo al sud è il sodo? “Non sono contraddizioni”. In psichiatria ci sarebbe anche un termine clinico. “Non è schizofrenia”. Allora è opportunismo elettorale. “Ma no. E’ semplicemente una musica che suona diversa a seconda delle orecchie che la ascoltano”.

 


Salvini festeggia il 24 maggio sul Piave. “E poi andrà a Pontida a difendere la nostra bella Padania”. Camaleonte. “Guardi che Salvini è il vero erede del Berlusca. Anche lui metteva insieme tutto: nella Casa della libertà c’era Bossi e c’era Fini. I secessionisti e i terroni”. E lei li chiama ancora terroni? “Ma simpaticamente”. Guardi che non vi votano. “Al sud noi prendiamo già un sacco di voti. C’è tanta gente che viene con noi. C’è per esempio questa organizzazione di cassintegrati campani che…”. Non saranno i forconi? “E’ un movimento di rivolta di base, si chiama ‘il Sole d’Italia’. Al 99 per cento sono terroni”. Detto simpaticamente. “Certo. Le do il numero di telefono, li chiami. Loro si sono rivolti a noi. Guardi che a Palermo non si entrava nelle sale per vedere Salvini”. Qualcuno gli lanciava i pomodori. “Sale piene, da Aosta a Palermo. Anche a Taranto fanno a gara per agganciarsi a noi della Lega. E pensi che un tempo, per noi, andare al sud era come tentare di vendere crocifissi in Arabia Saudita”. Ora è diverso. “Salvini è più credibile di Bossi, più desiderato di Maria De Filippi. E piacciamo anche alla sinistra”. Ma va. “Questa cosa dei nomadi, per esempio. Il buonismo ha rotto i coglioni”. E il razzismo cos’è? “Il vero razzismo è dei falsi moralisti”. 

 


Salvini vuole fare il capo del centrodestra, al posto di Berlusconi. “E’ il capo naturale di una coalizione antirenziana”. Del centrodestra. “Non so se si potrà chiamare centrodestra. Noi vogliamo prendere anche i voti del Movimento 5 stelle. La rivolta contro la politica è enorme. E solo Salvini può rappresentare questo sentimento”. C’è pure Grillo là fuori. “Grillo ha fallito la prova”. Ma ha più voti di voi. “E’ solo partito prima. Noi cresciamo. Sempre di più. Grillo ha uno spartito solo”. Voi invece suonate in polifonia, dalle Alpi ai Nebrodi. “Noi raccogliamo gli incazzati con i nomadi, gli incazzati con gli immigrati, gli incazzati con l’euro, gli incazzati con la politica”. Grillo raccoglie solo un tipo d’incazzati. “Noi i voti di Grillo ce li possiamo prendere tutti”. Incazzati d’Italia unitevi. “Qua si aprono praterie per la predicazione salviniana. Lo vedrete dopo le regionali. La vera antipolitica siamo noi”. 

 


[**Video_box_2**]Ecco, appunto: antipolitica. Come può Salvini, che è immoderato, fare il capo dei moderati? Non ha nemmeno una cravatta nell’armadio. “Ma che moderati! Sono tutti dinosauri. Paleozoico! Prenda Alfano. Un antropoide”. E Matteo Renzi? “Lui è il governo, il potere, il centralismo da abbattere”. E Berlusconi? “Col migliore Berlusconi ci si può anche alleare. E poi Berlusconi non ha soltanto i voti”. A che si riferisce? “Beh, ha i denari, ha le televisioni, ha qualche giornale. Noi abbiamo solo una radiolina, Radio Padania libera. Sa com’è. E di queste cose Salvini ne tiene conto”. Certo, sta sempre in tivù.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.