Pisa ha bisogno di una vera biblioteca universitaria

Adriano Sofri
“La riapertura della Biblioteca Universitaria pisana avviene nella totale incertezza. I libri sono stati smembrati e parzialmente trasferiti, i danni capitati a quelli rimasti in sede sono oggetto di notizie confuse e parziali."

“La riapertura della Biblioteca Universitaria pisana avviene nella totale incertezza. I libri sono stati smembrati e parzialmente trasferiti, i danni capitati a quelli rimasti in sede sono oggetto di notizie confuse e parziali. Ma soprattutto quello che rimane oscuro è se nel palazzo della Sapienza restaurato ci sarà ancora posto per una Biblioteca Universitaria nel pieno significato del termine – cioè una biblioteca viva, aggiornata, capace di unire la tradizione storica plurisecolare dell’Ateneo al più moderno e dinamico sviluppo degli studi – o se invece avremo a che fare con una sua museizzazione nel senso deteriore del termine: spazi ridotti, apertura limitata, aggiornamento bloccato delle sue serie, luogo accessibile a pochi eruditi e a eventuali turisti colti. Chi reagì anni fa all’assurda strumentalizzazione di un terremoto accaduto altrove, ha atteso per anni una forte reazione da parte della città e del mondo universitario… Pisa non merita la vergogna di continuare a figurare al livello più basso nel già preoccupante panorama nazionale. C’è un cimitero cittadino di istituzioni e di biblioteche disattivate o museizzate… Gli anni passati dall’infausta chiusura della Biblioteca hanno cancellato nella memoria e nelle abitudini collettive l’esistenza di un grande e glorioso monumento cittadino, determinando così la quasi totale vittoria di disegni e di calcoli accademici di una miopia sconcertante. Ora si tratta di decidere se l’interesse pubblico è più o meno forte di quei disegni”. Così scrive Adriano Prosperi. Io sottoscrivo.

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