Dopo Civati, Fassina. L'eterno ritorno del "me ne vado"

Adriano Sofri
Uno apre il giornale, e un giorno su due legge: “Fassina contestato”… La scena è sempre la stessa, manifestanti esasperati, Fassina che cerca di spiegare che lui, al contrario…

    Uno apre il giornale, e un giorno su due legge: “Fassina contestato”… La scena è sempre la stessa, manifestanti esasperati, Fassina che cerca di spiegare che lui, al contrario… Ora, da quando Civati, dopo averne avvertito chissà quante volte, è uscito, è Fassina ad avvertire che sarà costretto a uscire. Io non ho opinioni interessanti sulla situazione politica, come si chiama, tranne una: che se Civati e poi Fassina e poi il prossimo avessero manifestato la propria opposizione intransigente avvertendo dall’inizio: “Qualunque cosa succeda, io non uscirò”, sarebbero stati più forti e convincenti. I giornali avrebbero tutt’al più intitolato: “Civati conferma… Fassina conferma… Non me ne andrò mai, nemmeno se mi prendono a cannonate”, e sarebbe stato un esempio di resistenza. Era questo l'ultimatum capace di mettere con le spalle al muro la maggioranza: “Ah sì? Allora resto!”.