Stefano Pioli (foto LaPresse)

La rivoluzione di Stefano Pioli

Maurizio Crippa

Okkey, il panettone dovrebbe riuscire a mangiarlo. E sulla sponda bauscia del Naviglio, che ha appena iniziato a tastare con i suoi piedoni, è già un bel passo

Okkey, il panettone dovrebbe riuscire a mangiarlo. E sulla sponda bauscia del Naviglio, che ha appena iniziato a tastare con i suoi piedoni, è già un bel passo. Ringrazierà, almeno nel segreto del cuore, Ivan il Terribile, uno dei pochi campioni veri nella pletorica rosa di ipotesi che ha. Siccome è stato derby, di Stefano Pioli bisogna pur parlare. E rimandare più in là di lucidarsi gli occhi con Julian Nagelsmann, terzo in Bundesliga con l’Hoffenheim, a 29 anni. Qui qualche allenatore direbbe ancora che un suo calciatore, a quell’età, è “un ragazzo che ha bisogno di maturare”. E poi i conservatori sarebbero i tedeschi. Comunque sia, tornando al panettone. La rivoluzione di Pioli, se s’è vista, è stata questa: possesso palla schiacciante ma totalmente inutile, come col Mancio; attaccanti che non beccano mai la porta, esterni che azzeccano un cross con percentuali da prefisso telefonico, come con Mazzarri-Mancio-De Boer. Centrocampo che perde palla con la facilità di un bambino in spiaggia, come da quel dì, quando se ne andò il Filosofo. Difesa che va a farfalle al primo attacco nemico, come con Mancio e De Boer. Icardi che al Milan non segna mai, come da quando è nato. Il panettone è a posto, per la rivoluzione aspettiamo. Però parla italiano, e dice cose come uno che ci capisce. Viva.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"